(Adnkronos) - Il Gruppo Iren ha presentato oggi in Toscana il primo impianto per il trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, avviando un nuovo e innovativo modello di economia circolare a filiera corta. L’evento di inaugurazione si è svolto alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dell’Assessora all’Ambiente della Regione Toscana Monia Monni, del Sindaco di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni, del Presidente di Iren Luca Dal Fabbro e dell’Amministratore Delegato di Iren Ambiente (societĂ controllata dal Gruppo Iren) Eugenio Bertolini. Â
Il sito, che si estende su una superficie di circa 2.400 mq, rappresenta un unicum a livello nazionale, in un Paese in cui solo il 30% dei rifiuti elettronici viene recuperato correttamente. L’impianto, realizzato da Valdarno Ambiente, societĂ del Gruppo Iren, consentirĂ l’estrazione, la selezione e il recupero di metalli quali oro, argento, palladio e rame, presenti all’interno di schede elettroniche di piccoli elettrodomestici e dispositivi elettronici. Â
A caratterizzare la tecnologia dell’impianto è un processo innovativo di disassemblaggio meccanico e trattamento idrometallurgico appositamente progettati, capaci di estrarre i metalli non nobili per isolare e recuperare così i metalli preziosi e le materie prime critiche. Questi materiali, inoltre, saranno tracciati e certificati tramite blockchain.La capacitĂ di trattamento della struttura è pari a oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno, che permetterĂ un recupero medio minimo settimanale di circa 1 kg di oro, 2 kg di argento, 0,5 kg di palladio, 500 kg di rame metallico puro e tra i 600 e 700 kg di rame in polvere, arrivando quindi a quasi 200 kg di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame all’anno. Â
Oggi oltre il 90% delle schede elettroniche recuperate in Italia è destinato all’esportazione, pertanto il nuovo impianto del Gruppo Iren si colloca in una innovativa direzione di circolaritĂ e prossimitĂ territoriale; infatti oltre a contribuire allo sviluppo economico dell’area, le attivitĂ del Gruppo potranno favorire sinergie con l’importante distretto orafo aretino, che potrĂ utilizzare le materie recuperate senza alcuna ulteriore lavorazione. Sotto l’aspetto ambientale, l’impianto, che detiene giĂ l’autorizzazione per i requisiti End of Waste, rappresenta dunque una vera best practice per la transizione ecologica: il trattamento dei RAEE che verrĂ applicato permette infatti di ridurre il consumo energetico e di produrre una quantitĂ di CO2 di almeno tre volte inferiore a quella prodotta nei processi estrattivi tradizionali. Â
Non sono inoltre previsti scarichi idrici di acque industriali: l’acqua usata verrĂ trattata e quasi totalmente riutilizzata nello stabilimento, mentre le emissioni in atmosfera saranno controllate tramite sistemi di filtrazione e depurazione. “Con questo impianto di recupero di metalli preziosi, il Gruppo Iren introduce in Italia un nuovo paradigma di sostenibilitĂ che siamo convinti possa aiutare il nostro Paese a ritagliarsi un ruolo di indipendenza e competitivitĂ nel panorama internazionale”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren. “Questo traguardo, raggiunto grazie alla vicinanza e supporto degli enti nazionali e locali, risponde agli obiettivi delineati dalla strategia industriale, che individua i suoi pilastri negli investimenti sostenibili e nella creazione di valore per il territorio''. Â
In questo senso, prosegue Dal Fabbro, la scelta di puntare su quest’area per un impianto di trattamento dei metalli preziosi permette di valorizzare le specificitĂ del Valdarno e del suo tessuto economico e conferma come la Toscana sia per Iren un territorio strategico dove investire, anche attraverso la realizzazione di impianti innovativi come questo. Va ricordato infatti come lo sviluppo dell’economia circolare sia il perno del percorso di transizione ecologica nazionale. Iren, con il proprio impegno nella ricerca sulle materie prime critiche profuso attraverso la realizzazione di studi e l’hub RigeneRARE, diventa sempre piĂą protagonista in questa sfida”.Â
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