(Adnkronos) - La Corte penale internazionale contesta l'Italia sul caso di Osama Almasri Njeem, il numero uno della polizia giudiziaria libica arrestato nei giorni scorsi a Torino in esecuzione di un mandato di arresto della Cpi e rilasciato ieri sera per un cavillo. In una nota pubblicata sul suo sito, la Corte fa sapere che "senza preavviso o consultazione con la Corte, Alamsri è stato rilasciato e riportato in Libia". "La Corte sta cercando, e non ha ancora ottenuto, una verifica da parte delle autorità sui passi che sono stati compiuti", si sottolinea nella nota, nella quale si ricorda "il dovere di tutti gli Stati parte di cooperare pienamente con la Cpi nelle sue indagini e azioni penali".Â
Nel comunicato, diffuso dalla Corte con sede all'Aja, si ricorda che Almasri, "che sarebbe stato responsabile delle strutture carcerarie di Tripoli, dove migliaia di persone sono state detenute per periodi prolungati, è sospettato di crimini contro l'umanità e crimini di guerra, tra cui omicidi, torture, stupri e violenze sessuali, presumibilmente commessi in Libia dal febbraio 2015 in poi". I crimini, contestati nel mandato di arresto, emesso dalla camera preliminare della Cpi, "sono stati commessi da lui in persona, ordinati da lui e con l'assistenza dei membri delle Forze speciali di deterrenza, nota anche come Rada" e sono avvenuti nella prigione di Mitiga contro persone "imprigionate per ragioni religiose, per la loro presunta contrarietà all'ideologia religiosa della Rada (ad esempio, sospettati di "comportamento immorale" e omosessualità ), per il loro presunto sostegno o affiliazione agli altri gruppi armati, a scopo di coercizione, o per una combinazione di questi motivi".Â
Nel comunicato si rende noto che il mandato di arresto è stato spiccato il 18 gennaio dalla Camera preliminare della Corte e che "nello stesso giorno è stata inviata una richiesta d'arresto del sospetto a sei stati membri, tra i quali l'Italia" attraverso "i canali designati da ciascun Stato". "Il sospetto è stato localizzato a Torino nelle prime ore di sabato 19 e arrestato dalle autorità italiane", scrive ancora la Corte affermando che "su richiesta e nel rispetto pieno delle autorità italiane, la Corte ha evitato di rilasciare commenti sull'arresto". "E' stato ricordato, inoltre, alle autorità italiane che se avessero trovato qualsiasi problema che impedisse l'esecuzione di richiesta di cooperazione, avrebbero dovuto consultare senza ritardi la Corte per risolvere la questione".Â
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Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi risponderà la prossima settimana sul caso Almasri in un'informativa. Â
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"Abbiamo chiesto insieme alle altre opposizioni che Meloni venga in aula sulla grave vicenda di Almasri" commenta Elly Schlein ai cronisti in Transatlantico. "Ora pare che voglia mandare qualcun altro. Meloni è davvero una campionessa di nascondino. La smetta di nascondersi dietro ai ministri" attacca la segretaria Dem.Â
"Leggiamo che il ministro Piantedosi renderà la prossima settimana una informativa al Parlamento sulla vicenda Almasri" scrive il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. "Domani ci aspettiamo che ci dia qualche chiarimento rispondendo alla nostra interrogazione al Question time. Ma come ho già chiesto oggi in aula è necessario che sia Giorgia Meloni a fare chiarezza sua una vicenda che, da dove la si guardi, getta una luce sinistra sulle scelte del governo. Dopo la conferenza stampa della Presidente del Consiglio, dopo le scelte sull’immigrazione fatte in questi mesi pretendiamo chiarezza da Giorgia Meloni: siamo di fronte a una questione che tocca gli indirizzi complessivi del governo, la collocazione dell’Italia nello scenario mondiale e il diritto internazionale. Tutti temi che non possono essere piegato alle convenienze domestiche e devono essere chiariti".Â
"Meloni e Nordio devono urgentemente dare spiegazioni al Paese sulla clamorosa decisione di sottrarre alla giustizia internazionale un criminale infischiandosene del mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale" accusa Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, al termine dell'incontro con una delegazione dei lavoratori della Metro Italia di Pozzuoli, chiedendo retoricamente: "Cosa sta succedendo all'Italia, alla culla del diritto umanitario?". Â
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