(Adnkronos) - Donald Trump ha chiesto a Vladimir Putin di risparmiare le vite dei soldati ucraini nella regione russa del Kursk. Il leader del Cremlino ha risposto invocando la resa delle forze di Kiev. Dall'Ucraina, però, è arrivata la risposta non richiesta al presidente americano: "I nostri soldati non sono accerchiati".Â
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Ad accendere la miccia è stato il post che Trump ha pubblicato su Truth, con un riferimento ad un colloquio diretto con Putin. "Abbiamo avuto discussioni molto positive e produttive con il Presidente russo Vladimir Putin, e ci sono ottime possibilità che questa orribile e sanguinosa guerra tra Ucraina e Russia possa finalmente giungere alla fine", ha scritto.Â
In realtà la Casa Bianca ha poi precisato che il presidente non ha avuto un colloquio diretto con Putin ma ad averlo è stato l'inviato Usa Steve Witkoff. La confusione è stata creata dal fatto che nel post, in cui Trump non ha citato mai il suo inviato, ad un certo punto il presidente ha scritto "io ho chiesto con forza al presidente Putin", lasciando intendere quindi di aver parlato personalmente con il presidente russo. Â
"In questo momento - ha infatti scritto Trump riferendosi ai soldati ucraini presenti nel Kursk - migliaia di truppe ucraine sono completamente circondate dai militari russi e in una posizione molto vulnerabile. Ho chiesto con forza al presidente Putin di risparmiare le loro vite. "Sarebbe un massacro orribile, mai visto dai tempi della Seconda Guerra Mondiale".Â
L'esercito ucraino ha tuttavia smentito le affermazioni di Trump. "Non c'è nessuna minaccia di accerchiamento delle nostre unità " nella regione russa del Kursk, ha assicurato lo stato maggiore su Facebook. Â
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"Ho letto la richiesta. Per implementarla, Kiev deve dare l'ordine ai suoi soldati nel Kursk, devono arrendersi. Se i soldati ucraini depongono le armi, avranno salva la vita e riceveranno un trattamento dignitoso", ha detto Putin, come si legge sulla Tass.Â
A sua volta la Russia ha reso noto di aver ripreso il controllo di 28 località nella regione, teatro lo scorso agosto dell'offensiva dei militari ucraini. Il ministero della Difesa di Mosca, con un aggiornamento che riguarda l'ultima settimana e viene rilanciato dai media russi, riferisce della "liberazione" di 28 centri abitati nella regione russa, compresa Sudzha, e rivendica anche il controllo di un insediamento nella regione ucraina di Sumy. Â
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Gli Stati Uniti hanno proposto una tregua di 30 giorni nella guerra tra Ucraina e Russia. Kiev ha accettato, mentre Putin ieri ha pronunciato un 'sì' con riserva, ponendo una serie di condizioni. "Bisogna tenere conto della situazione sul campo, i negoziati devono partire da lì. Sono andato nella regione di Kursk, la situazione è completamente sotto il nostro controllo. I gruppi militari entrati nella regione sono totalmente isolati" e i soldati ucraini hanno solo due opzioni: "Possono arrendersi o morire", ha detto il presidente russo. Â
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Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha condiviso su X il contenuto del colloquio avuto con il Segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Pietro Parolin. "Lo scambio di prigionieri e un cessate il fuoco provvisorio incondizionato di 30 giorni sono i primi rapidi passi che potrebbero avvicinarci significativamente a una pace giusta e duratura. L'Ucraina è pronta a compiere questi passi perché il popolo ucraino vuole la pace più di chiunque altro - ha scritto Zelensky - Nel frattempo, il mondo vede come la Russia stia deliberatamente ponendo condizioni che non fanno altro che complicare e trascinare il processo, poiché la Russia è l'unica parte che vuole che la guerra continui e che la diplomazia si rompa".Â
Il presidente ucraino ha accusato l'omologo russo di "sabotare la diplomazia" al riguardo della tregua per l'Ucraina. Vladimir Putin "ormai fa tutto quello che può per sabotare la diplomazia ponendo condizioni estremamente difficili e inaccettabili fin dall'inizio, prima ancora di un cessate il fuoco", ha denunciato su X, sottolineando che "non metterà fine alla guerra per sua volontà ". Â
"La forza dell'America è sufficiente a fare in modo che succeda", ha affermato Zelensky nella dichiarazione, invocando pressioni da parte di Washington su Mosca. "Sono necessari passi vigorosi - aggiunge il presidente ucraino - una forte pressione deve essere esercitata sull'unico che vuole che la guerra continui". Â
Zelensky ha poi ammesso che "la situazione nella regione del Kursk è molto difficile". Mentre ha lasciato intendere che gli scontri nella zona orientale del Donetsk si sono stabilizzati.Â
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Marco Rubio ritiene che vi siano "motivi per un cauto ottimismo" nei negoziati per il cessate il fuoco in Ucraina. Parlando al termine del G7 dei ministri degli Esteri in Canada, il segretario di Stato Usa ha parlato di "un dialogo molto positivo e produttivo con il presidente Putin", riferendosi ai colloqui a Mosca dell'inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff. "Esamineremo la posizione russa più attentamente e il presidente determinerà quali siano i prossimi passi, è sufficiente dire che io penso che ci siano motivi per un cauto ottimismo", ha aggiunto. E "irrilevante" chiedere se si ha fiducia o meno in Vladimir Putin. "Non si tratta di fiducia, si tratta delle azioni, delle cose si fanno - ha proseguito il segretario di Stato Usa - non si può solo dire di volere la pace. Bisogna fare la pace, questo è vero per entrambe le parti del conflitto". Â
E a chi gli chiedeva se il presidente russo stia adottando tattiche dilatorie, ha risposto: "Non rispondo a questo, non posso al momento. Credo che lo sapremo quanto prima e molte cose che saranno fondate sui colloqui di ieri si stanno muovendo, ma non siamo ancora arrivati al punto".Â
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