Nell’immaginario collettivo, la figura del cittadino palermitano è avvolta da un’aura quasi mitologica, leggendaria commistione di menefreghismo e beatitudine, di sofferenze e di sole sulla pelle. Quasi magica la sua proverbiale capacità, tutta palermitana, di “svegliarsi tardi” quando una cosa che non gli andava a genio è ormai compiuta, magari prendendosela anche con l’assenza di chi non ha vigilato. Ebbene, la musica è cambiata. Perché il cittadino palermitano oggi è anche cittadino europeo, e di “medio” non vuole avere più nulla, ma ha bisogno di distinguersi e di essere vigilante di se stesso. È questo il messaggio di “A Scuola di Opencoesione”, iniziativa didattica interdisciplinare per le scuole secondarie superiori, che promuove la cittadinanza consapevole attraverso il monitoraggio civico, a partire dai dati aperti (open data), dei progetti finanziati con i fondi europei.
La morale è semplice nelle intenzioni, più complicata da accettare e far propria: essere cittadini significa responsabilità. Lo sanno bene i 10 team scolastici palermitani coinvolti nel contest, che oggi in occasione della festa dell’Europa si sono cimentati, all’istituto Einaudi-Pareto di via Brigata Verona, nell’atto finale di una “battaglia all’ultimo dato”. In palio non solo un grande successo di gruppo a livello nazionale, ma anche e soprattutto un enorme bagaglio di esperienza nel campo della cittadinanza attiva.
I progetti sono stati realizzati dai giovani cittadini-modello con la collaborazione di referenti interni ad ognuno degli enti coinvolti: Regione Siciliana, Comune di Palermo, Università degli Studi di Palermo, Rete Ferroviaria Italiana, Amap, ISPRA, CNR, FAI, polizia municipale di Palermo, Centro Tau e A.G.E.S.C.I.. I temi dei progetti presi in esame sono tanti, e tutti molto diversi tra loro:
Presente anche l’assessora alla Scuola Giovanna Marano, che ha parlato di “coesione necessaria per cucire le disuguaglianze, tra nord e sud d’Italia ma anche tra concittadini”. Ed è di queste cuciture che i ragazzi della 4°D Sistemi Informativi Aziendali dell’Istituto Pareto hanno fatto la propria missione: il progetto “Quartiere Vivo” è incentrato sulla rivoluzione delle condizioni di vivibilità dello Zen 2, al contempo avvicinando tra loro i cittadini e le istituzioni della scuola, rappresentata nel quartiere dall’istituto Giovanni Falcone, e della polizia municipale di Palermo.
I giovani studenti, sotto la supervisione della professoressa Claudia Impresario e della dirigente scolastica Maria Rita Di Maggio, hanno potuto toccare con mano la realtà di un progetto europeo avviato e da salvaguardare, entrando anche nella delicata e a volte inimmaginabile dimensione di abbandono e ghettizzazione che si vive in un quartiere considerato “diverso”. Prevenzione attiva della violenza di genere, sensibilizzazione sul rispetto del codice della strada e tanto altro, in sinergia con la professoressa Antonella Saverino dell’istituto Falcone, e Osvaldo Busi, Rosa Mazzamuto e Rosolino Molica della polizia municipale.
Al Pareto il tempo vola, e in un attimo si arriva alle fasi finali del concorso: è il momento di scoprire il progetto vincitore. Parentesi dovuta per la menzione speciale ai ragazzi del Team Cultivatori del liceo Cannizzaro, per l'efficacia nella raccolta e visualizzazione dei dati del loro progetto. Ma tornando ai primi classificati... Sebbene la sensazione comune fosse quella di dover assegnare un premio ex aequo ad ognuno dei team in gara, alla fine il primo posto in Italia è stato conquistato da uno solo di loro. Un indizio? Viene proprio da Palermo. Perché anche nella nostra città essere cittadini significa responsabilità, e poter sperare di cambiare il mondo un poco alla volta.
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