Secondo appuntamento per CiminnaContemporanea la rassegna d’arte voluta dal Circolo Paolo Amato e dall’Amministrazione Comunale per portare gli Artisti siciliani a diretto contatto con la propria terra natale, in un rinnovato slancio di sensibilità verso le radici e il recupero di un’estetica mediterranea fatta di luce e colore, argilla e legno d’ulivo, ceramiche invetriate e antichi saperi quasi completamente perduti.
“E’ con orgoglio che Ciminna - dichiara il Sindaco Vito Filippo Barone - accoglie le opere dell’architetto Antonino Amato che ha svolto una lunga riflessione sulla terra e sul Divino, sull’Uomo e sui valori della grazia e della bellezza di cui adesso, sentiamo veramente il bisogno. Amato è un artista che fa dell’equilibrio e dell’eleganza il proprio tratto distintivo: la sua arte ci insegna a guardare oltre la frenesia della modernità”.
“Dopo le sculture in radica di ulivo di Giovanni Calamia, che la nostra Amministrazione ha sostenuto e promosso in una serie di profittevoli scambi fra l’Artista e i giovani studenti delle nostre scuole, Ciminna - aggiunge l’Assessore alla Cultura Michele Avvinti - presenta una nuova sfida che l’Arte contemporanea si è data: tornare verso il sacro, analizzare la bellezza della creazione per perdersi felicemente davanti alla grandezza del dono che ci è stato dato. L’arte deve avere anche una funzione propositiva e quale Comune avrebbe potuto al meglio comprendere e valorizzare un Artista che - attraverso gli alberi e le forme della natura - ci riporta in armonia con il nostro paesaggio fatto di uliveti e pascoli, di morbide colline e di prati di frumento? Quanto è abitualmente vissuto come periferico può invece, anche grazie all’arte di Antonino Amato, essere compreso nella sua centralità. La Sicilia è prima di tutto un territorio plasmato dall’uomo che abbiamo il dovere e il piacere di conservare e tramandare alle future generazioni”.
In mostra opere su carta, matite e chine, oltre a piccole terrecotte di Antonino Amato, architetto, messinese, uomo di vasta cultura che fa del disegno un metodo d’indagine filosofico della realtà. Massimiliano Reggiani, critico d’arte e direttore artistico dell’evento, lo descrive come “un esempio di mano felice, introversa e sensibile che dialoga attraverso i segni con il mondo. Le opere di Antonino Amato rappresentano un personale dialogo fra l’Artista e la vita, non sono create per coinvolgere e muovere all’azione ma per meditare quasi fossero icone, finestre aperte sulla trascendenza che si riverbera in ogni più piccola parte del Creato”.
La mostra su Antonino Amato rappresenta così un nuovo tassello nel programma di divulgazione culturale che il Circolo Paolo Amato di Ciminna da anni promuove: “Dopo diverse Biennali - spiega il Presidente Vito Di Falco - abbiamo deciso di integrare la nostra proposta con queste mostre antologiche perché siamo sicuri che i nostri concittadini, oggi, abbiano maturato negli anni quella consapevolezza artistica che li rende pronti ad andare oltre la mirabile bellezza di una collettiva per seguire le idee dell’Artista in una scala più complessa e articolata di messaggi e di emozioni”.
La mostra è curata, come tutte le iniziative artistiche del Circolo Amato, da Vito Mauro: “Un’occasione davvero importante per Ciminna e i Comuni limitrofi - commenta - perché abbiamo l’onore di esporre le creazioni dell’Artista maturate attraverso diverse ricerche, di avere perciò una visione globale ed esauriente della sua Estetica. Antonino Amato è messinese, difficilmente nella nostra provincia si possono vedere insieme tanti suoi lavori: ognuno ha tecnica raffinata, grande bellezza e porge significati profondi che il pubblico potrà conoscere direttamente conversando con l’Artista, presente per il vernissage Domenica 30 aprile”.
In anteprima lasciamo che sia proprio l’Artista a parlarci di cosa significa per lui essere un Maestro: “La matita è l’ago della mia bussola con la quale mi muovo nel mio spazio, conosciuto e riconoscibile. Con la matita in mano ho, per anni, lavorato da architetto alle Ferrovie dello Stato, progettando numerosi restyling di stazioni per lo più nella parte orientale della Sicilia: Taormina, Catania, Siracusa Messina. È mia la ristrutturazione a Palermo del palazzo, sede compartimentale delle FS; sono mie le nuove fermate nel messinese di Tusa e Giampilieri. Ho lasciato una mia piccola impronta nella mobilità dell’isola, le mie scelte progettuali accompagnano ogni giorno il transito di tanti viaggiatori. Come artista mi sono chiesto se io possa contribuire alla ricerca di un senso nella vita, che vada oltre l’estetica e la funzionalità; se l’arte possa aiutarci a svelare un disegno che giustifichi il soffrire e l’apparente casualità dell’esistenza”.
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