Se Messina si prepara alla vista straordinaria sullo Stretto offerta dalla Prefettura, Enna ascolterà l’arpa al tramonto alla Rocca di Cerere; Caltanissetta scoprirà la villeggiatura ottocentesca dei Gesuiti, a Bagheria si dipinge un carretto sotto la guida dell’ultimo “masciddaro” e si visita una villa fortificata con tanto di ponte levatoio; a Termini Imerese le ninfe raccontano come un tempo le acque sgorgavano bollenti dalla terra; a Trapani si raggiungerà l’antico carcere su una barca d’epoca, a Mazara si “incoccia” il couscous e a Marsala ci si immerge nelle saline per un bagno di benessere.
Sono soltanto alcune delle esperienze straordinarie che questo secondo e penultimo weekend (sabato 17 e domenica 18 settembre) animeranno le prime otto città delle Vie dei Tesori. Aprono le porte un centinaio di luoghi, alcuni inediti altri ritrovati, ci si potrà perdere tra esperienze e passeggiate.
Un programma intenso, costruito nei singoli territori, rendendo le comunità protagoniste, pronte a riappropriarsi di chiese riaperte dopo mezzo secolo, siti archeologici ritrovati, cripte restituite, piccoli musei-gioielli al debutto. E’ proprio questo il fil rouge di questa prima tranche del festival – che nel primo weekend ha già messo insieme undicimila visitatori entusiasti, con Trapani e Messina città più amate e l’Hotel delle Terme di Termini Imerese come sito più visitato - quest’anno scelto dall’assessorato regionale al Turismo tra le manifestazioni che promuovono il programma SeeSicily; filo srotolato con il supporto di Unicredit come main sponsor, in collaborazione con Comuni, Diocesi, musei, confraternite e privati, col supporto di Poste Italiane. Una grande ondata di bellezza che tracima tra i luoghi e tocca i visitatori spinti a costruire percorsi personali.
Ed ecco quindi il viaggio più bello: che parte proprio da Messina dove questo weekend sarà l’unica occasione per visitare la Prefettura con il suo straordinario affaccio sullo Stretto e gli appartamenti privati riservati al Presidente della Repubblica quando è in visita in città. Ma non si deve perdere l’antichissima abbazia di santa Maria di Mili, la più antica chiesa normanna della Sicilia: austera, un complesso monastico abbracciato dal verde, che finora era chiuso al pubblico e che domenica alle 17,30 ospita una storia noir e tre diversi Cunti della compagnia Anatolè sui leggendari Giganti di Messina. Fuori porta, sarà l’unica occasione per una visita guidata a Floresta. A Enna riapre la chiesa di San Michele Arcangelo, appena restaurata dal FEC e chiusa da un quarto di secolo; e la settecentesca Santa Teresa, con la sua decorazione straordinaria e la cripta con gli antichi colatoi, anch’essa chiusa da quasi sessant’anni; il Circolo da conversazione fino a poco tempo fa vietato alle donne o comunque ai non soci, sotto la Rocca di Cerere sono state riaperte le misteriose Sette Stanze che ospiteranno l’arpa di Ginevra Gilli domenica al tramonto, mentre alla chiesa delle Anime Sante si scopriranno gli affreschi del Borremans seguiti da una degustazione legata al territorio.
Caltanissetta questo weekend aggiunge due sorprese: il convitto ottocentesco dei Gesuiti che diventerà colonia montana in periodo fascista come testimonia la piscina; e la bellissima collezione di cinquemila minerali (e un meteorite donato dall’imperatore di Etiopia) al Museo dell’IISS Mottura; oltre all’antica “casina” di campagna del barone Benintende e alla collezione di 150 acquasantiere del Museo Diocesano. Nella vicina San Cataldo si entrerà per la prima volta nella cripta della Chiesa delle Anime del Purgatorio, con l’ossario e i colatoi, mentre gli imponenti Sanpauluna saranno visibili a Santa Lucia. A Termini Imerese si stanno accumulando le prenotazioni per visitare l’Hotel delle Terme chiuso da oltre dieci anni, dove aleggiano le voci dei piloti della Targa Florio che qui avevano il loro quartier generale; scendendo piano mentre l’aria diventerà sempre più umida e calda, riappariranno dopo decenni le terme romane dove l’acqua sgorga ancora a 37°: sabato la visita sarà teatralizzata assistendo allo spettacolo itinerante Nymphé. Nella vicina Bagheria non perdete il racconto della villa fortificata di San Marco dove vi mostreranno un ponte levatoio … funzionante e un giardino mediterraneo bellissimo; e neanche la mostra di fotografia di Mimmo Pintacuda che racconta la Bàaria di ieri; mentre per immergersi nella sontuosità delle ville settecentesche , ci si potrà muovere tra pittura e ricostruzioni 3D a Palazzo Cutò.
Trapani è stata la città più visitata del primo weekend e come al solito sono andate subito sold out le visite al Castello della Colombaia che si raggiunge su una barca d’epoca. Ma il weekend inizia anche prima perché domani (venerdì 16 settembre) si potrà entrare nella bottega di uno degli ultimi artigiani del corallo, Platimiro Fiorenza che vi racconterà la sua favola rosso sangue nata negli abissi. Non va perso il Villino Nasi (appartenuto all’ex ministro Nunzio Nasi) con gli interni d’epoca, e un incredibile affaccio sul mare, nato com’è sulla lingua di terra tra Torre di Ligny e la Colombaia. Marsala è incoronata regina dell’archeologia: dalle piccole piramidi funerarie della necropoli di via del Fante, alle Insulae di via delle Ninfe, alle aree dalla Plateia Aelia, nella Lilibeo romana, sono tutti siti appena riaperti, veri gioielli recuperati; e per chi vuole ulteriormente approfondire, ecco le visite agli scavi di Mozia condotte da un archeologo della Sapienza di Roma, Lorenzo Nigro; a seconda dell’orario scelto, si visiteranno cantieri di scavo differenti.
E visto che siete allo Stagnone, scoprite le Saline Genna dove la pelle diventa morbidissima con lo scrub al sale; o salite sul Piper per un volo indimenticabile (partenza da Birgi, con Enac e Airgest). Senza dimenticare le degustazioni e visite in cantina: ne aprono ben sei. Chiude Mazara, che apre per la prima volta San Nicolò Regale, una Cuba con i mosaici romani che si trovano proprio sotto la chiesetta e che forse facevano parte della piscina di una domus romana; poi la Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto che pare risalga al 1085, con i suoi 45mila volumi. Quel luogo magico che è sant’Ignazio dei Gesuiti, un rudere a cielo aperto. Ma si potrà anche incocciare il couscous alla cooperativa Habibi o partecipare alla vendemmia.
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