L’XIIesima stagione dell’Associazione Musicamente di Palermo, prosegue il 24 settembre, al Teatro Sant’Eugenio, alle ore 21, con lo spettacolo “Insight Lucrezia”, una scrittura originale di Antonella Cilento che vede la partecipazione dell’ensemble Orfeo Futuro, per la regia di Carlo Bruni.
Lucrezia è Nunzia Antonino. Compongono l’ensemble Orfeo Futuro: Luciana Elizondo (viola da gamba e canto), Giovanni Rota (violino), Pino Petrella (liuto e tiorba), Gioacchino De Padova (viola da gamba e direzione musicale).
Lo spettacolo rievoca la festa di nozze di Lucrezia Borgia con Alfonso D’Este a Ferrara. La preparazione, il rituale, i rapporti con gli invitati favoriscono una ricognizione della sua vita. L’ambiente è caratterizzato dalla presenza di un trono che suggerisce anche la funzione di confessionale, ma davanti una ribalta evoca evidentemente il Teatro, con orchestra di musici annessa per completare la rappresentazione del già avvenuto. La musica non “accompagna”, interagisce e talvolta interferisce: si manifesta nella presenza in “buca” dei musici, eppure anch’essa abita Lucrezia, le sta dentro. Lucrezia, condannata a recitare una parte, è pegno di guerra ma anche inarrestabile soldato in politica: tutta la sua vita di donna, di figlia, moglie, amante e madre “fattrice”, la schiaccia in un destino femminile che le sta stretto ma cui non può sfuggire.
Ricordi e relazioni scorrono nel suo discorrere con i fantasmi della serata. Dentro Lucrezia si agitano voci, presagi, immagini di eventi futuri: l’incontro con la competitiva cognata Isabella, marchesa di Mantova, i precedenti mariti: Giovanni da Pesaro e Alonso di Bisceglie, la presenza ingombrante del padre, papa Alessandro VI, e del Valentino, suo fratello Cesare Borgia. La festa si svolge fra infinite portate e rappresentazioni teatrali. Dall’infanzia alla maturità, scorrono le ossessioni di Lucrezia: l’uccisione del fratello Juan, le relazioni forzate e quelle amate, i figli, perduti e avuti. “Gravidanze” destinate al fallimento. L’abito indossato per affrontarla fa presto sentire il suo peso: quell’insopportabile peso del potere che subisce ed esercita nel tentativo disperato di scrollarsi di dosso il pregiudizio o semplicemente la colpa d’essere sé stessa.
Le musiche sono di: Diego Ortiz, Passamezzo Antico (1553); Juan del Encina: Mas Vale Trocar (1520); Antoin de Busnois: Fortuna Desperata (1480); Anonimo: Si la noche haze escura (dal Cancionerio de Uppsala, sec. XVI); Anonimo: Con que la Lavaré (idem); Andrea Falconieri: Suave Melodia e sua Corrente (1630).
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