Un’esplorazione di Palermo attraverso tre visioni parallele che rappresentano luoghi iconici e simbolici della città, della sua memoria e del suo fascino imperituro e che ne restituiscono pienamente l’immagine di regale bellezza, nonostante i segni del tempo.
Un nuovo, importante appuntamento per il “Centro d’arte Raffaello” che, dopo la trasferta in Veneto in occasione di “ArtePadova”, inaugura, sabato 26 novembre alle 18:00, la mostra “Palermo Musa” nella sede di via Emanuele Notarbartolo 9/e.
Un atto d’amore per la città, luogo di nascita dei tre artisti Croce Taravella, Giorgio Prati e Marco Favata, protagonisti di una narrazione a tre voci, accomunate da uno sguardo rinnovato verso una rappresentazione figurativa che vuole omaggiare lo splendore degli ultimi anni.
Curatrice della mostra, visitabile fino al prossimo 7 gennaio 2023 con ingresso gratuito, l’antropologa Nina Giambona.
Ad allietare l’opening, Gerardo Vitale al sax accompagnato dal dj set di Tony Toné e dalla collaborazione di Treska cibo & convivio che organizzerà un cocktail di benvenuto.
Un’anteprima della mostra “Palermo Musa” è visibile sulla piattaforma https://www.raffaellogalleria.com, luogo di incontro virtuale della galleria che, oltre alla sede in via Emanuele Notarbartolo, ne ha un’altra in via Resuttana 414.
“Ho lungamente accarezzato questo progetto – afferma il direttore artistico del “Centro d’arte Raffaello” Sabrina Di Gesaro - e l’ho pensato in una lenta costruzione in cui progressivamente mettevo a fuoco gli elementi che lo avrebbero composto”.
“Era forte il richiamo verso l’idea progettuale di fondo – prosegue – ovvero omaggiare Palermo, così ricca di storia, cultura, folklore e tradizioni attraverso le visioni di tre grandi nomi contemporanei che vi sono nati”.
“Il focus della mostra – precisa la dottoressa Sabrina Di Gesaro – è rappresentare simbolicamente le loro visioni con sentimento intimo e autentico, cogliendo con dovizia di particolari e capacità di astrazione magistralmente sintetizzate, il cuore pulsante, l’energia, i colori e l’unicità della città”.
“Ogni singolo artista – prosegue – è capace di rappresentare un mondo al quale sente di appartenere, contraddistinto da un linguaggio e da una poetica del tutto personale che lo rendono irripetibile, pur rimanendo parte di un tutto che lo raccoglie, definendone contorni e confini”.
Tre interpreti che raccontano Palermo da angoli visuali diversi, cogliendone l’apertura e il tratto inclusivo ma anche la dimensione contraddittoria e sofferta.
Ne viene fuori l’anima di una città che non dimentica il proprio passato ma che lo vive e lo ricorda attraverso le facciate corrose che esprimono al contempo bellezza e decadenza.
Tre stili lontani fra loro ma ugualmente capaci di rispecchiare la vitalità e l’energia di Palermo, aggiornata e attualizzata nel suo rinnovato fulgore.
Nello specifico, Croce Taravella ritrae luoghi noti ai palermitani come la Cala, il porto, le vie dell’Argenteria e dei Chiavettieri e la Vucciria.
Osservatore attento e puntuale, l’artista percorre le strade e le osserva con un occhio che va oltre la visione diretta, all’insegna di un racconto intriso di storia realizzato con una tecnica mista in cui il disegno è inciso su una sottilissima lastra di alluminio dove, successivamente, effettua erosioni e combustioni e applica inchiostri e colori acrilici, a volte impreziositi da polveri metalliche.
La sua è una narrazione magistrale dei luoghi attraverso il linguaggio della memoria e del ricordo.
Le opere di Giorgio Prati – che nel corso della serata d’inaugurazione farà omaggio agli ospiti intervenuti di alcune litografie che ritraggono angoli di Palermo – raccontano invece la città tra visioni vagamente oniriche e astrazioni di vedute urbane.
Una prospettiva diversa dalla precedente, ma ugualmente affascinante, che vede protagonista la città osservata dal mare.
La splendida Cala di Palermo restituisce la realtà ovattata da un’atmosfera evanescente, in cui la declinazione cromatica si arricchisce dei toni delicati e contrastanti dei blu, gialli e nero, in un gioco di vibrante luminosità.
Scenari indefiniti, dai contorni sfumati e dalle pennellate sapienti in cui i colori si compenetrano tra loro attraverso ombre, luci e sfumature.
La gamma di queste ultime è il risultato di un lavoro che nulla lascia all’impulso e all’espressione istintiva.
Marco Favata, terzo e più giovane protagonista della mostra corale, si connota per la peculiarità della cifra stilistica che si traduce nella focalizzazione del suo sguardo pittorico soprattutto sull’elemento architettonico.
Una chiara testimonianza della sua formazione accademica di architetto, congiuntamente all’attenzione costante per la realtà urbana.
Arte e bellezza costruita dall’uomo nei secoli si coniugano felicemente con l’elemento naturale circostante e con il paesaggio in un’efficace interpretazione in chiave contemporanea.
Le scolature di colori acrilici creano sulla tela dei verticalismi e delle macchie quasi ad apporre, come un suggello sul dipinto finito, la sua firma artistica.
“Il mercato del Capo”, “Via Maqueda”, “La Cala” e “I Quattro Pizzi all’Arenella” rappresentano solo alcune delle realtà più iconografiche di Palermo.
La mostra sarà fruibile da lunedì a sabato, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 19:30.
Festivi, domenica e lunedì mattina chiusi.
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