Un’occasione per “non dimenticare” che la lotta alla mafia si fa ogni giorno, non solo pubblicamente, ma anche adottando comportamenti virtuosi. La si fa avendo cura di chi ci sta accanto e sviluppando quell’empatia necessaria ad accorgersi di quello che non va.
Lo afferma Giuseppe Foti, coordinatore regionale di “SOS impresa - Rete per la Legalità”, invitando tutti a celebrare il prossimo 23 maggio ricordando che la criminalità mafiosa si insinua nella società quando viene meno quella comunione di intenti e valori che fa scudo contro il malaffare.
«La cura a cui mi riferisco - dice Foti - è quella che dovrebbero avere le istituzioni, le banche al primo posto, dalle quali, invece di un aiuto immediato, i cittadini stanno ricevendo montagne di carte da compilare sotto le quali le aziende stanno soffocano, cadendo inevitabilmente, preda degli strozzini».
Vittime dell’usura, ma anche dell’indifferenza, che non guarda in faccia nessuno. Soprattutto in un momento difficile come quello che sta vivendo tutto il mondo.
«La nostra forza - aggiunge Foti - è esser ancora qui Fare Rete significa anche mettersi nei panni dell’altro, dopo 28 anni, con l’energia giusta per combattere. e andare in aiuto di chi non ce la fa da solo. Solo così si può distruggere ogni tentativo di ingerenza nella parte sana della società che porta al controllo della vita degli altri».
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