Una mostra speciale dal titolo “Il linguaggio del fuoco - Immaginario Fiammeggiante. Forme e ritmi dell’instabilità universale” di Jean Boghossian, per rendere omaggio a Sebastiano Tusa, noto archeologo, Sovrintendente del Mare per l’assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana, scomparso prematuramente nel 2019. Il progetto espositivo, promosso e organizzato dalla Fondazione Sebastiano Tusa, è stato realizzato con il sostegno della Città di Palermo, in collaborazione con Fondazione Sicilia ed è inserito nel contesto degli eventi collaterali del Festino di Santa Rosalia 2023.
Alla mostra, presentata presso la Fondazione Sicilia, Villa Zito, erano presenti, oltre all’artista, Valeria Li Vigni, Presidente della Fondazione Tusa, Giampiero Cannella, Assessore alla Cultura del Comune di Palermo, Raffaele Bonsignore, Presidente della Fondazione Sicilia e il curatore della mostra, Bruno Corà.
“Boghossian è uno dei pochi artisti a livello globale - dice Valeria Li Vigni - che sperimenta con grande maestria applicando fuoco e fumo alle sue opere. La Mostra voluta fortemente dalla Fondazione Sebastiano Tusa, presenta un’antologica tra le più complete di Jean Boghossian, artista di fama internazionale che ha perfettamente interpretato il tema del dinamismo culturale, oggi sempre più instabile e in costante cambiamento, sempre attento ai contesti sociali, geopolitici, ecologici, che traspare dalla sua tecnica del controllo delle forme. La sua costante attenzione agli equilibri mediterranei ben si allinea con quella funzione socio-politica che Sebastiano Tusa ha sempre sviluppato nella sua immensa produzione. Un archeologo rivolto al Mediterraneo e ai suoi sviluppi socio culturali, un Mediterraneo che offre innumerevoli stimoli, archeologici, artistici, letterari, finalizzati alla conoscenza e alla tutela del Patrimonio culturale, in una costante cooperazione e valorizzazione nell’intento di sviluppare un dialogo, abbattere le barriere e creare una coscienza condivisa”.
La Fondazione Sebastiano Tusa, nell'ottica di creare una rete museale diffusa, ha realizzato questo progetto espositivo che annovera e offre al pubblico una moltitudine di opere che scandiscono momenti e modalità di una ricerca incessante giunta a una maturità di linguaggio, con sorprendenti esiti di carattere pittorico-plastico, nella tradizione di un'arte che ha tra i suoi pionieri Pollock, Burri, Arman, Klein, Piene e altri Maestri del XX secolo.
“Anche se nel passato il fumo e il fuoco sono stati utilizzati da altri artisti, - spiega Bruno Corà - Boghossian si può definire l’unico artista che abbia utilizzato questa sperimentazione con continuità, fino a farne elementi indissolubili dalla sua poetica espressiva. Scultore e pittore libanese di origine armena, le sue opere trasudano il ricordo di ferite ancora dolenti, ferite che provengono anche dalla tormentata storia del popolo armeno, tuttavia sempre capace di sopravvivere e tramandare la sua cultura. In questa mostra l’artista decide di esporre diverse tipologie di lavori, tra i quali carte di medie e grandi dimensioni, tele, libri trattati con fuoco e fumo. Il fuoco è il suo linguaggio artistico prediletto e usa come strumenti di lavoro una vasta gamma di pennelli e torce. La fiamma ossidrica, come il pennello, diventa l’estensione del suo braccio, creando incredibili dettagli, linee come se fossero disegnate. L’opera di Jean Boghossian è testimone dei nostri tempi, lui riesce a catturare i paradossi che ci circondano: la guerra e la pace, la ricchezza e la povertà, contrasti tanto divergenti quanto reali. Il linguaggio di Boghossian da solo incarna questo mondo di contraddizioni e contrasti, dove il fuoco diventa creatore e distruttore insieme. Nelle sue mani, il fuoco diventa forza creatrice, ridisegna l’armonia, scolpisce la bellezza, installa i suoi colori. Questo linguaggio, creatore e distruttore, significa la rinascita della bellezza, dell’arte, della pace, come uno sciamano che restituisce la connessione tra il cielo e la terra, perché è collegato alla trasformazione della materia”.
Jean Boghossian, nato ad Aleppo da una famiglia di origine armena, ha vissuto e tuttora divide il suo tempo tra il Medio Oriente (Beirut, Yerevan) e l'Europa (Bruxelles, Monaco) dedicandosi alla pittura, alla scultura e alle arti applicate, con un linguaggio originale e innovativo.
Dopo gli studi accademici e un lungo tirocinio nell'arte orafa e degli ornamenti del corpo, negli ultimi vent’anni Boghossian ha elaborato una tecnica innovativa rispondente a una estetica di instabilità e, a suo modo, di rapidità sperimentale nell'esecuzione dell'opera, in sintonia con i ritmi di una realtà sempre più dinamica, quale quella del nostro tempo. Le sue opere considerano ogni tipo di materiale, attraverso la loro elaborazione mediante il fuoco, il fumo, il pigmento puro, la pittura aerografata e altri mezzi atti alla trasformazione repentina e che richiedono un sensibile dominio e controllo delle forme.
“Ospitare un artista di fama mondiale – chiosa Bonsignore – è per la Fondazione Sicilia un grande onore. L’evento è stato voluto fortemente dalla Fondazione Tusa alla quale la Fondazione Sicilia è particolarmente legata per la stima e gli interessi comuni. Questa mostra è quindi un omaggio a Tusa profondo conoscitore del Mediterraneo. E l’arte di Boghossian è un miracolo di bellezza, dove il fuoco e il fumo, invece di distruggere, creano vita, arte e bellezza”.
La Mostra “in rete”, inaugurata a Villa Zito, è allestita contemporaneamente fino al 9 ottobre anche nelle seguenti sedi: Palazzo Branciforte, la Biblioteca Comunale di Casa Professa con la Chiesa di San Crispino e Crispiniano e San Michele Arcangelo, negli spazi indoor e outdoor di Villa Igiea e del Verdura Resort di Sciacca, del gruppo Rocco Forte Hotels.
La mostra è visitabile presso: Fondazione Sicilia, Villa Zito (via della Libertà 52). Aperti da lunedì alla domenica dalle ore 9,30 alle 19,30 (martedì chiuso). Biglietti: Intero € 5; Ridotto € 3 (gruppi di almeno 15 persone, maggiori di 65 anni, categorie convenzionate); Ingresso gratuito per le scuole e minori di 18 anni.
Fondazione Sicilia, Palazzo Branciforte (Largo Gae Aulenti 2). Aperto dal martedì alla domenica dalle ore 9,30 alle 19,30 (lunedì chiuso). Biglietti: Intero € 7; Ridotto € 5 (gruppi di almeno 15 persone, maggiori di 65 anni, categorie convenzionate). Le collezioni di archeologia e maiolica (solo piano terra): € 3 (senza visita guidata). Ingresso gratuito per scuole e minori di 18 anni.
Comune di Palermo, Biblioteca Comunale di Casa Professa (Piazzetta Lucrezia Brunaccini 2)
Aperto da lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 13,30 - mercoledì dalle ore 8,30 alle 17,30. Ingresso gratuito.
Villa Igiea, A Rocco Forte Hotel (via Belmonte 43) e Verdura Resort, A Rocco Forte Hotel (S.S. 115 KM 131, Sciacca). Ingresso gratuito.
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