Papa Francesco in visita ad Assisi per incontrare circa 500 poveri provenienti da ogni parte d'Europa. L'incontro si svolge in occasione della V Giornata mondiale dei Poveri, che si celebra domenica 14 novembre 2021.
Prima di recarsi nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, il pontefice si è recato in visita alle Clarisse del monastero di Santa Chiara. Il pontefice ha percorso a piedi la piazza antistante la Basilica, soffermandosi con alcuni dei fedeli in attesa e davanti a un cartello con scritto "Ben tornato".
Diversi anche i giovani lungo le transenne. Papa Francesco, dopo essere stato accolto dalle autorità, ha salutato alcuni poveri in rappresentanza dei cinquecento presenti nella basilica; gli stessi hanno consegnano simbolicamente al Pontefice il mantello e il bastone del pellegrino. Il saluto è stato letto da un giovane immigrato eritreo.
Ad aprire gli interventi è stata una giovane coppia di Parigi che, con la loro bambina di 4 mesi, ha raccontato al Papa la sua esperienza di volontariato nelle 'banlieue', accanto ai più poveri. Poi un ex detenuto di Toledo, in Spagna, che dopo un passato di violenze ha trovato l'aiuto di un sacerdote ed è uscito dalla spirale in cui era caduto. Piange davanti al Papa che lo saluta alla fine con un sorriso. Poi Sebastian dalla Polonia che racconta il suo passato di droga e del successivo riscatto grazie all'incontro con i volontari.
"Mai venga a mancare la libertà e il pane" "Mai venga a mancare la libertà e il pane": questa la preghiera di Papa Francesco nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. "O Dio, Padre degli orfani e delle vedove, rifugio agli stranieri, giustizia degli oppressi,sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore,perché mai venga a mancare la libertà e il pane - ha detto il Papa nella preghiera - che Tu provvedi, e tutti impariamo a donare". "
E' tempo di restituire dignità e parola ai poveri. Il Papa chiede che "ai poveri sia restituita la parola, perché per troppo tempo le loro richieste sono rimaste inascoltate. E' tempo che si aprano gli occhi per vedere lo stato di disuguaglianza in cui tante famiglie vivono E' tempo di rimboccarsi le maniche per restituire dignità creando posti di lavoro". Così il Pontefice nel discorso nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.
"Spesso la presenza dei poveri è vista con fastidio e sopportata; a volte si sente dire che i responsabili della povertà sono i poveri! Un insulto in più... Pur di non compiere un serio esame di coscienza sui propri atti, sull'ingiustizia di alcune leggi e provvedimenti economici, sull'ipocrisia di chi vuole arricchirsi a dismisura, si getta la colpa sulle spalle dei più deboli" ha ribadito il Papa durante l'incontro ricordando il messaggio del "poverello" che "ha accolto Santa Chiara, i primi frati, e tanti poveri che venivano da lui. Con semplicità li riceveva come fratelli e sorelle, condividendo con loro ogni cosa. Ecco l'espressione più evangelica che siamo chiamati a fare nostra: l'accoglienza", ha aggiunto.
"Accogliere - ha poi proseguito - significa aprire la porta, la porta della casa e la porta del cuore, e permettere a chi bussa di entrare. E che possa sentirsi a suo agio, non in soggezione. Dove c'è un vero senso di fraternità, lì si vive anche l'esperienza sincera dell'accoglienza. Dove invece c'è la paura dell'altro, il disprezzo della sua vita, allora nasce il rifiuto. L'accoglienza genera il senso di comunità; il rifiuto e l'indifferenza al contrario chiude nel proprio egoismo".
Il papa ha, quindi, citato Madre Teresa, "che aveva fatto della sua vita - ha detto - un servizio all'accoglienza, amava dire: 'Qual è l'accoglienza migliore? Il sorriso'. Condividere un sorriso con chi è nel bisogno fa bene a tutt'e due, a me e all'altro. Il sorriso come espressione di simpatia, di tenerezza".
Infine, rivolgendosi ai poveri ha detto: "vi ringrazio, perché siete venuti qui da tanti Paesi diversi per vivere questa esperienza di incontro e di fede. Vorrei ringraziare Dio che ha data questa idea della Giornata dei poveri, Una idea che è nata in una sacrestia. E' statto uno di voi, Etienne a darmi l'idea. Sono uscito ed ho sentito lo Spirito Santo dentro di me". "Incontrarci è la prima cosa, cioè andare uno verso l'altro con il cuore aperto e la mano tesa. Sappiamo che ognuno di noi ha bisogno dell'altro, e anche la debolezza, se vissuta insieme, può diventare una forza che migliora il mondo".
"Basta violenza su bambini e donne, non sono merce" Poi un duro monito contro la violenza sui più piccoli: "È tempo che si torni a scandalizzarsi davanti alla realtà di bambini affamati, ridotti in schiavitù, sballottati dalle acque in preda al naufragio,vittime innocenti di ogni sorta di violenza. È tempo che cessino le violenze sulle donne e queste siano rispettate e non trattate come merce di scambio. È tempo che si spezzi il cerchio dell'indifferenza per ritornare a scoprire la bellezza dell'incontro e del dialogo. E' tempo dell'incontro: se non torniamo ad incontrarci andremo incontro ad una fine molto triste".
Fonte: Rai News
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