Due portieri in livrea aprono la porta principale dell'albergo cinque stelle lusso: il Grand Hotel et des Palmes, ubicato in via Roma, si è rifatto il look. Nemmeno la pandemia ha bloccato i lavori di restauro che hanno portato alla luce un’epoca lontana, quanto felicissima.
L'Hotel, più comunemente chiamato “le Palme”, dopo le vicissitudini del gruppo Acqua Marcia di Caltagirone, è stato comprato dal fondo d'investimento Nike real estate, collegato all'Algebris, fondato dal finanziere Davide Serra. La gestione è stata affidata a Mare resort, che ha seguito il riavvio della struttura costato 17 milioni di euro, compresi ristrutturazione, nuovi arredi e impianti.
Tra le stanze di questo albergo rivivono gli splendori lontani d'una città che ha accolto grandi figure come quella di Richard Wagner, che aveva abbandonato il gelido nord ed era venuto a Palermo in cerca del benefico sole siciliano, per ritemprarsi e concludere, come poi avvenne, il suo capolavoro il Parsifal. E in un cantuccio delle stanze a lui destinate il pennello di Pierre-Auguste Renoir ne traccia in modo mirabile le fattezze, in un ritratto, realizzato nel 1882 e conservato oggi al Museo d’Orsay di Parigi.
Non molto tempo dopo ecco che il Grand Hotel diventa la sede scelta da Francesco Crispi per impartire lezioni di politica; il quale, divenuto Presidente del Consiglio ne fa il quartier generale delle truppe destinate alla sfortunata guerra africana. E sempre le Palme divengono il teatro in cui si alternano gli spadaccini come il conte Ernesto Perrier de la Conette e il marchese Emanuele de Seta che qui diedero spettacolo della loro abilità schermistica. Ma ecco che sopravviene la necessità per il grande albergo di rimodernarsi. A ciò provvede il magistrale tocco dell'architetto Ernesto Basile, maestro del Liberty nostrano coadiuvato da Salvatore Gregorietti: il palazzo venne allargato, reso più luminoso ed anche più lussuoso, perdendo il giardino d'inverno, ma acquistando una hall sapientemente arredata e ben frequentata da uomini illustri.
Chi non sa che al Grand Hotel et des Palmes hanno dimorato personaggi provenienti da tutto il mondo: Oscar Wilde, Guy de Maupassant, Ray Charles, Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Giulio Andreotti, Vittorio Gassman, Bruno Bottai, cardinale Tonini, cardinale Locatelli, padre Virgilio Rotondi e tanti ancora coinvolti in questo affascinante carosello. Anche la famosa Carla Fracci, da poco scomparsa, quando giungeva a Palermo amava dimorare solo in questo splendido albergo. Il mondo è transitato da qui.
“Per ricostruire e recuperare pezzi di storia dimenticata, abbiamo utilizzato la documentazione fotografica di un tempo - spiega l’architetto Giuseppe Corvaia, uno dei gestori e curatore dei lavori di ristrutturazione. - Abbiamo aperto degli spazi che erano stati chiusi. I lavori di restauro, realizzati da un gruppo di esperti, con la supervisione della Soprintendenza, hanno fatto riemergere dettagli coperti da passati interventi. Con grande stupore riappaiono splendidi affreschi sul soffitto, finestre e porte murate, prendono forma bassorilievi alle pareti. L'edificio costruito a fine Ottocento dalla famiglia Ingham, fu trasformato in albergo da Enrico Ragusa che diede l'incarico a Ernesto Basile. Ed oggi il Grand hotel et des Palmes è pronto per ospitare i turisti e i palermitani, dopo oltre due anni di restauro, coincisi con il blocco della pandemia. Abbiamo previsto tutto il possibile per poter lavorare e accogliere in sicurezza, dal controllo della temperatura, ai distanziamenti, alla rinuncia al buffet e, molto importante, abbiamo creato un impianto potentissimo per il ricircolo dell'aria”.
“Già abbiamo iniziato a ricevere le prime prenotazioni - racconta il direttore operativo Paolo Gobbetti - e il primo ad aver riservato una camera è un cliente americano. Naturalmente si informano sulle misure sanitarie. I clienti della struttura sono per lo più stranieri, quindi americani, molti francesi, inglesi, nord europei. E soprattutto è un’utenza facoltosa anche perché una notte costa tra 300 e i 400 euro. I prezzi naturalmente salgono anche a 2.500 euro per le stanze speciali come la suite Wagner, arricchita dal pianoforte con cui il musicista compose il Parsifal”.
Passeggiando tra le sale, si rimane incantati attraversando l'ex sala blu, diventata verde come era originariamente. Si smarriscono i riferimenti temporali passeggiando nella galleria, immaginandosi il giardino d'inverno, con due vasche laterali, che presto sostituirà quello che era un buio salone destinato ai convegni. Viene rimosso il camino, al suo posto dei salotti di vimini. In fondo c'è la sala degli specchi.
“Abbiamo pensato anche ad un ristorante aperto alla città - spiega Corvaia – impreziositi da tappeti orientali, curati da Mariella Ienna. Si respira un’aria magica di questo hotel della Belle Epoque. Ogni angolo ha un ricordo, dal barone Giuseppe Di Stefano, al barone Fausto La Lumia. La stanza del barone, così come le altre camere, è stata ammodernata. Le stanze hanno mantenuto la grandezza e lo stile, sono state impreziosite da nuovi arredi e accessori tecnologici. Vecchi sfarzi e nuove tecnologie”.
Palermo aveva proprio bisogno di respirare aria di novità e nulla di più bello è iniziare dal Grand Hotel et des Palmes che ha segnato la storia di una città unica al mondo.
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