“I farmacisti siciliani non possono che ringraziare l’Assessore alla Sanità, avvocato Ruggero Razza, per la sensibilità dimostrata nei confronti della professione e per l’apprezzamento più volte espresso per il loro impegno a supporto della popolazione nel corso dell’emergenza pandemica, quando i farmacisti, delle farmacie e degli esercizi di vicinato, non hanno mai fatto venire meno la loro opera e sono stati il primo riferimento sempre accessibile sul territorio” dice Maurizio Pace, Presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Agrigento e Segretario della FOFI. Una sensibilità che l’Assessore ha dimostrato anche dall’inserimento dei farmacisti nella prima fase della campagna contro la COVID-19 e nella richiesta al Ministero di aumentare le dosi destinate alla Regione per coprire anche i farmacisti.
“Proprio per questo è sorprendente che, mentre alcuni distretti vaccinali avevano già cominciato a vaccinare i colleghi che operano sul territorio, coerentemente anche alle dichiarazioni rese più volte dal Ministro della Salute, il Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico abbia diramato un elenco in ordine di priorità delle categorie cui destinare il vaccino nel quale i farmacisti figurano all'ultimo posto, dopo i collaboratori di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e odontoiatri. Mi sembra una decisione offensiva” incalza il Segretario della FOFI “anche rispetto al tributo in termini di vite umane pagato dalla nostra professione, la più colpita dalla pandemia dopo medici e infermieri ospedalieri. E non si tratta soltanto di tutelare i colleghi delle farmacie e degli esercizi di vicinato, ma anche di garantire l'efficienza e la continuità della rete territoriale, quindi del servizio che i farmacisti rendono ai cittadini. Un servizio più che mai centrale per la sanità territoriale, dopo che la Legge di Bilancio ha stabilito che le farmacie potranno fungere da siti vaccinali. Chiedo dunque all’Assessore” conclude Maurizio Pace “che intervenga perché i colleghi vengano vaccinati dopo medici e infermieri e che vengano inseriti anche i collaboratori non farmacisti delle farmacie e delle parafarmacie, al pari di quanto previsto per gli studi medici. Credo sia evidente che è in gioco la tutela della salute non di questa o quella categoria, ma di tutta la collettività”.
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