Circa 2.800 operatori di call center, quasi un piccolo paese, costretti a convivere in un edificio del centro di Palermo in piena emergenza coronavirus. Nei giorni scorsi al popolo di Almaviva - in particolare a quella parte che è impegnata a rispondere al numero di pubblica utilità 1500, attivato per fare fronte alle domande dei cittadini sul Covid 19, una sorta di paradosso - l'azienda, "dato l'aggravarsi della situazione della nazione", ha chiesto "il massimo contributo di presenza. Il Paese ha bisogno di te".
Una chiamata alle armi vera a propria per l'esercito di via Cordova - si legge su Agi - che compone, nei fatti, un vero e proprio e temibile assembramento. I dipendenti hanno chiesto - e continuano a chiederlo - l'applicazione dello smart working e la possibilità di valutare il part time verticale diurno. Almaviva, però, non intende, almeno al momento, determinare automaticamente questa modalità lavorativa.
Ha avviato una ricognizione con la quale chiede a ogni lavoratore di comunicare le dotazioni informatiche di cui è in possesso al fine di poter lavorare da casa, "previo consenso da parte dei committenti". Insomma, non è una soluzione scontata, nonostante l'ulteriore stretta decisa dal governo sul fronte della sicurezza: bisognerà, infatti, dichiarare di disporre di una dotazione tecnologica adeguata e, soprattutto, servirà il via libera dei clienti.
I sindacati continuano a chiedere "l'applicazione basilare delle norme di prevenzione nazionali nonché regionali. Tra le richieste anche che vengano affisse comunicazioni diffuse rispetto all'emergenza coronavirus sia in forma cartacea che informatica", pulizie più accurate e frequenti; lasciare più spazio possibile tra un operatore e l'altro; la sospensione degli affiancamenti, ascolti in doppia cuffia e aule di formazione; fornire ai lavoratori guanti monouso e mascherine, l'implementazione dei dispenser.
L'azienda ha risposto che sarà prestata particolare attenzione alle distanze tra i lavoratori e alla pulizia delle tastiere, le quali verranno sanificate e pulite con l'utilizzo di aria compressa e disinfettante. Si sposteranno in settimana, inoltre, i lavoratori della commessa Sky nella sede di via Ugo La Malfa. Saranno sospesi gli affiancamenti e aule di formazione a partire da subito e saranno forniti i guanti monouso; le mascherine, invece, risultano carenti per mancanza di approvvigionamento e i dispenser sono già ordinati.
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