Lo sciopero di autobus e tram indetto per sabato 1° marzo, che lascerà a piedi i cittadini palermitani dalle 9.30 alle 17.30, “sarà l’ennesima conferma del disinteresse al dialogo dell’amministrazione comunale nei confronti dei lavoratori dell’Amat”.
Per i sindacati che hanno proclamato lo sciopero di 8 ore, Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Autoferro, Faisa Cisal, Cobas e Orsa Tpl non c’è altra spiegazione per giustificare la politica del governo cittadino nei confronti del trasporto pubblico a Palermo.
Da due anni circa i lavoratori chiedono il rispetto degli obblighi contrattuali, rivendicando l’adeguamento salariale aziendale. E non sono bastati i cinque scioperi degli ultimi mesi ad aprire un tavolo di trattative, che ponesse fine al conflitto e ai disagi dell’utenza dei mezzi pubblici dell’Amat di Palermo.
“L’amministrazione comunale – scrivono i sindacati in una nota unitaria - ha sempre posto veti a ogni ipotesi di spesa dell’azienda per il personale, opponendosi per l’assenza del piano industriale, mai pronto, e del contratto di servizio. Ma le organizzazioni sindacali non ci stanno. Rimandiamo alla politica cittadina la responsabilità delle cause che ad oggi non hanno consentito di poter definire un accordo soddisfacente fra i lavoratori e l’Amat”.
Secondo i sindacati, impegni e delibere assunti dal governo della città continuano a non essere rispettati. Così come non ha avuto seguito la delibera di giunta del giugno 2023, che indicava come data ultima per la chiusura del nuovo contratto di servizio il mese di marzo del 2024.
“La data è fallita per il mancato completamento del piano industriale di Amat, più volte bocciato dal controllo analogo, con sperpero continuo di risorse per saldare le fatture alle società che hanno collaborato alla stesura del piano, e puntualmente rimandato al mittente – aggiungono le sigle sindacali - Ma i lavoratori continuano a chiedersi se sia normale che a una partecipata vengano imposti tanti vincoli, che portano a continue bocciature di atti, senza che si intervenga mai risolutamente per correggerne i difetti sanzionati. Il messaggio, purtroppo, che si percepisce è quello di frenare in ogni modo qualunque investimento sull’azienda e sul personale, per rinviare i problemi di una città al quale viene reso un servizio dei trasporti poco efficiente e azzoppato dal conflitto coi lavoratori”.
I sindacati tornao a elencare tra i problemi le officine dell’Amat sguarnite di operai, i vincitori dei concorsi stoppati nelle assunzioni, le riparazioni ai tetti degli edifici per le forti piogge delle scorse settimane, con la scoperta finale “che i lavori di manutenzione previsti a suo tempo erano stati congelati, sempre per tagliare sulle spese”.
“Rimaniamo basiti dall’ascolto di dichiarazioni critiche dell’amministrazione comunale nei confronti del personale dell’azienda allorquando un servizio così debole nella sua strutturazione collassa ciclicamente, per imprescindibili concause, fra cui le maestranze insufficienti, l’indisponibilità di bus fermi in manutenzione, la mancanza dei ricambi al magazzino. Tutto questo, per finire, in una città assediata dal traffico privato perché il trasporto collettivo non riesce a soddisfare la domanda dei cittadini palermitani e dei suoi turisti”.
Sabato prossimo i lavoratori dell’Amat confermano dunque che sciopereranno nuovamente per i loro diritti e per rivendicare il rinnovo del contratto aziendale scaduto da oltre un decennio. Nella speranza che si riparta con un dialogo.
“Vogliamo – conclude la nota - che le parti si incontrino al tavolo e si trovi un modo per convergere sulla chiusura del conflitto. Ma senza volontà vera della proprietà dell’azienda, purtroppo, non potrà trovare fine il disagio per la città e per i lavoratori dell’Amat.
Fonte: Cgil Palermo
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