Dopo il passaggio della fornitura a donazione, un messaggio wathsapp proverebbe un accordo preesistente sula fornitura di camici tra Attilio Fontana governatore della Regione Lombardia ed il fratello di sua moglie Andrea Dini, amministratore della società “DAMA SpA” alla quale la Guardia di Finanza ha sequestrato i 25mila camici mancanti dal lotto dei 75mila riservati alla Regione Lombardia ma che tuttavia ha tentato di rivendere.
Si pensava che l’accusa di truffa in pubbliche forniture riguardasse il fatto che Dini avesse tentato di rivendere i 25mila camici per rientrare in parte del fallito profitto dopo il passaggio della fornitura a donazione, ma quanto citato dal Corriere della Sera confermerebbe che i magistrati ipotizzano che la repentina modifica della fornitura in donazione sia un artificio costruito un accordo antecedente.
I pm sono in possesso di un messaggio whatsapp datato 20 maggio nel quale si evince che Dini tentava di vendere i 25mila camici già due ore prima di comunicare l’offerta alla Regione Lombardia di variare la fornitura in parziale donazione. Tale offerta la Regione Lombardia apparentemente non ha mai accettato. In base a ciò i pm ipotizzano che Andrea Dini fosse certo, che la Regione Lombardia non avrebbe più voluto i 25.000 camici rimasti.
Va sottolineato che la moglie di Attilio Fontana, detiene una quota della DAMA SpA
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