«Riteniamo altamente improbabile che il corpo ritrovato nelle acque di Gioia Tauro sia quello di Vito». Così l’avvocato Aldo Ruffino, che assiste la famiglia del giovane comandante del peschereccio "Nuova Iside", scomparso il 14 maggio e individuato tre giorni fa nei fondali al largo della costa palermitana.
Oltre al 26enne Vito Lo Iacono a bordo dell’imbarcazione c'erano il padre Matteo e il cugino Giuseppe, i cui cadaveri sono stati recuperati pochi giorni dopo l’affondamento.
«Lunedì mattina - spiega il legale - la nave militare Numana continuerà le operazioni di verifica del relitto e si cercherà di ispezionare per quanto possibile anche l’interno, dove si pensa possa essere rimasto Vito. Martedì mattina alle 10.30 nel laboratorio dei Ris di Messina si effettueranno invece gli esami di comparazione tra i campioni prelevati sulla Vulcanello (la petroliera che, secondo il legale, avrebbe provocato l’affondamento del peschereccio, ndr) e la vernice della Nuova Iside».
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