Ha superato quota 1.000 il numero dei sindaci firmatari della lettera aperta per chiedere a Mario Draghi di restare al governo.
Lo fa sapere il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, tra i coordinatori dell'iniziativa con il sindaco di Firenze Dario Nardella.
"Noi Sindaci - così nella lettera -, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l'azione di governo".
Appello bipartisan a Draghi da 55 sindaci siciliani
Un appello "bipartisan" dei primi cittadini della Sicilia che esprimono preoccupazione per la crisi di Governo "generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza".
I sindaci siciliani chiedono a Mario Draghi di andare avanti perché c'è bisogno di "stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l'Italia".
Appello non condiviso dal presidente della Regione Nello Musumeci
Un appello non condiviso dal presidente della Regione Nello Musumeci che definisce l'iniziativa "una forzatura" in una nota congiunta con il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. "Da sempre crediamo che l’Italia abbia bisogno di un governo con un chiaro mandato popolare, coeso e con un programma condiviso dalle forze politiche che lo sostengono per risolvere i problemi concreti dei cittadini - scrivono i governatori -. È l'esatto contrario di quello che abbiamo visto in questa legislatura, caratterizzata da Esecutivi nati nel Palazzo e appoggiati da partiti divisi su tutto".
"La crisi del Governo presieduto da Mario Draghi - si legge nella nota - ne rappresenta solo il triste epilogo e non sottoscriveremo nessun appello affinché resti a Palazzo Chigi. Non condividiamo questa iniziativa, lanciata da alcuni colleghi, sia nel merito che nel metodo. Nel merito: crediamo che in questo momento l’Italia possa permettersi tutto tranne che un governo immobile, paralizzato dai giochi di palazzo e dagli scontri tra i partiti di maggioranza. Nel metodo: un Presidente di Regione o un Sindaco rappresentano anche i cittadini che vogliono andare a votare e non possono permettersi di utilizzare le Istituzioni che rappresentano per finalità politiche o, peggio, di partito. Sono forzature che chi ricopre un ruolo istituzionale non può permettersi, né tanto meno promuovere", concludono i governatori.
Lagalla: ''Condivido spirito appello a Draghi. M5s è inaffidabile''
"Credo che i sindaci si preoccupino di garantire la continuità dell'azione di governo che in questo momento è auspicabile, in particolare per Palermo, impegnata (su questioni legate al bilancio comunale) nel confronto con lo Stato, che dovrebbe trovare soluzioni in tempi rapidi. La proposta di sottoscrizione della lettera mi è arrivata in zona cesarini e parte dalla politica dell'Anci, le cui dinamiche al momento non conosco essendomi insediato da poco tempo". Lo dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, eletto dalla coalizione di centrodestra.
"Ne comprendo comunque lo spirito - aggiunge Lagalla - e condivido la riflessione politica fatta in modo chiaro da Forza Italia e Lega sull'inaffidabilità del M5s".
Lagalla conclude: "È altrettanto vero il ragionamento secondo cui il governo debba essere nel pieno dei suoi poteri perché le elezioni anticipate farebbero slittare provvedimenti e adempimenti, a cominciare da quelli che riguardano la città di Palermo".
Fonte: Ansa
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