L'Italia "non si volta dall'altra parte": di fronte all'attacco "ingiustificato" e "brutale" sferrato dalla Russia all'Ucraina, Mario Draghi schiera l'Italia con gli alleati e chiede al Parlamento di approvare una scelta "senza precedenti" nella storia europea, quella di inviare armi a un Paese in guerra, con un voto che arriverà a larghissima maggioranza.
Una "condanna compatta dell'orrore", nelle parole del premier, che nel suo discorso ha additato Vladimir Putin invitandolo ad "ascoltare le voci" dei suoi cittadini in protesta - arrestati a migliaia - e ad "abbandonare i suoi piani di guerra".
Il Parlamento approva 224 sì al Senato, dai 459 ai 521 sì alla Camera, tenendo conto che la mozione è stata qui frazionata in 12 parti. E la bocciatura di tutte le mozioni contrarie con molte perplessità espresse sottovoce e qualche defezione anche nella maggioranza.
Mandare aiuti militari, un sostanziale inedito anche per il nostro Paese, non significa, assicura il presidente del Consiglio, essere "rassegnati" alla guerra: non serve "cercare un ruolo", come molti chiedono in Parlamento, ma continuare a cercare la pace - e "potete contare che lo farò con tutta la mia volontà, senza pausa", scandisce Draghi - in un momento in cui è "difficile" perché "chi ha più di 60 chilometri di carri armati davanti le porte di Kiev non vuole la pace in questo momento".
Draghi denuncia la gravità del momento, "il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari - dice - ci impone una reazione rapida, ferma e soprattutto unitaria". Un discorso interrotto dagli applausi, quando conferma la solidarietà al popolo ucraino, che sta combattendo "con coraggio" e ha rallenato l'invasione di Vladimir Putin. Quando ringrazia il lavoro della diplomazia, e dell'ambasciatore Zazo rimasto a Kiev fino all'ultimo, fino al trasferimento a Leopoli insieme a una ottantina di italiani ancora in Ucraina. Il premier rinnova l'invito della Farnesina a lasciare il Paese, con ogni mezzo, e posiziona l'Italia in prima fila anche sul fronte della crisi umanitaria. Chiede a Bruxelles di ripensare le regole sui migranti e intanto spiega che siamo pronti ad accogliere i profughi, semplificando le procedure. Che abbiamo già inviato fondi all'Ucraina e stanziato risorse qui per l'assistenza. E che il governo è pronto a fare "tutto il possibile", anche nei Paesi sul confine del conflitto, per far fronte "all'impatto di questa gigantesca migrazione".
Fonte: Ansa
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