L’ultimo saluto a Placido Rizzotto si terrà domani alle ore 11 alla chiesa del Santissimo Salvatore, in corso dei Mille, 751. Il sindacalista della Cgil, nipote di Placido Rizzotto, è morto in seguito a una malattia.
Nato tre anni dopo la morte del sindacalista e segretario della Camera del Lavoro di Corleone ucciso dalla mafia il 10 marzo 1948, Placido Rizzotto jr aveva vissuto nel ricordo dello zio che non aveva mai conosciuto.
Il padre Antonio aveva voluto dargli lo stesso nome del fratello. “Non è facile per nessuno dovere dividere la storia personale e familiare con quella di un eroe e martire, come lo zio Placido Rizzotto. Ma Placido jr ha vissuto questa storia non come un peso ma come un privilegio, quello riservato a pochi, di vivere cioè due vite in una – dice il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo - Non solo ricordo ma un impegno vero, militante, da sindacalista e da socialista com'era, nel lavoro e nella vita di ogni giorno, fino all'ultimo. Un impegno totalizzante, quello per lo zio ucciso dalla mafia a Corleone, testimone di un modo diverso di fare antimafia in terra di mafia. Placido mancherà a tutti noi ogni giorno, mancherà il suo impegno, ma anche la sua leggerezza, l'empatia e la capacità, in una sola battuta, di strappare una risata. Toccherà ora a noi, assieme ai familiari e al fratello Angelo, continuare ad essere testimoni di una storia di impegno e di amore per questa terra”.
Placido Rizzotto jr, rappresentante della Fisac Cgil, il sindacato dei bancari, per anni si era battuto assieme alla Cgil per il ritrovamento del copro dello zio, buttato dalla mafia in una “ciacca” di Rocca Busambra per cancellarne ogni traccia. “Si sentiva un po' il figlio che Placido Rizzotto non aveva fatto in tempo ad avere – aggiunge Dino Paternostro, responsabile dipartimento Archivio storico e Memoria della Cgil Palermo - Ad ogni anniversario la famiglia e la Cgil chiedevano allo Stato di trovare il corpo del segretario della Camera di Corleone, ucciso dalla mafia di Luciano Liggio e dai suoi scagnozzi, mai più ritrovato malgrado l’impegno dell’allora capitano carlo Alberto Dalla Chiesa nel lontano 1949-50. Ma lui, Placido Jr. lo chiedeva più di tutti, con più determinazione e con più forza di tutti, con più fede”.
“Quando poi Rizzotto fu ritrovato, nella ciacca di Rocca Bisambra, gli speleologi dei vigili del fuoco ci dissero, emozionati – aggiunge Paternostro - che da 60 anni Placido li stava aspettando aggrappato ad una roccia. Immediatamente, insieme alla Cgil, Placido jr lanciò l’idea dei funerali di Stato per Placido Rizzotto. Mai lo Stato aveva concesso questa onorificenza a un sindacalista ucciso dalla mafia. Ma allora - eravamo nel 2012 - furono deliberati dal Consiglio dei ministri. E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, annunciò subito la sua partecipazione. Placido Jr. era raggiante ed emozionantissimo. Basta leggere o ascoltare le sue parole pronunciate durante la cerimonia del 24 maggio nella Chiesa Madre di Corleone. Ricordò lo zio, le lotte per il lavoro, per la terra, contro la mafia. E annunciò, in quel fatidico 24 maggio, “Non passi mai più la mafia”.
Quel giorno, un lungo corteo partì dalla Chiesa Madre fino al cimitero di Corleone, con tanti militanti provenienti da ogni regione d’Italia e tantissimi cittadini. “I balconi di Corleone erano finalmente spalancati – prosegue Paternostro - Sono queste le immagini con cui vogliamo ricordare Placido Rizzotto Jr. nel giorno della sua scomparsa. Non l’avremo più accanto nei cortei e nelle manifestazioni, ma lo porteremo tutti nel cuore. Lo custodiremo con cura, come si fa con le persone e con i compagni più cari”.
Fonte: Cgil Palermo
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