“Rivedere il contratto con la ditta”. Lo chiede la Flc Cgil Palermo intervenendo sulla vicenda del servizio di mensa scolastica nelle sezioni a tempo pieno. E sulle contestazioni mosse dall’istituto “Giuliana Saladino” del Cep su chi debba affettare, tagliare, predisporre in piccoli pezzi le porzioni nei piatti da consegnare ai bambini.
“Riceviamo continue segnalazioni, da parte di genitori, docenti e dirigenti scolastici in merito alla gestione e somministrazione dei pasti nelle mense scolastiche palermitane – conferma il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino – Secondo l'assessorato all'istruzione del Comune di Palermo, poiché nel contratto stipulato con la ditta che ha vinto l'appalto non è presente nessuna specifica sul porzionamento dei pasti, questa operazione spetterebbe al personale scolastico”.
Il problema è arrivato col cambio d’appalto. Nel precedente anno scolastico, osserva la Flc Cgil, il problema non era presente “o perché c’erano i dipendenti comunali che si occupavano del porzionamento, che adesso non ci sono più, o per la tipologia del contratto”.
La Flc Cgil Palermo chiede all’assessorato di rivedere innanzitutto il contratto con la ditta, dal momento che non risultano stipulate convenzioni ad hoc sulle competenze, previste in questi casi tra ente locale e istituti scolastici né assegnate risorse aggiuntive, per assicurare la corretta gestione delle mense.
“Si dia ascolto innanzitutto ai dirigenti scolastici, che in questa prima fase hanno raccolto i riscontri dei genitori degli alunni su cosa migliorare, per evitare il disservizio che si sta registrando. Il servizio mensa deve essere omogeneo su tutto il territorio comunale – chiede il segretario Flc Cgil Fabio Cirino - Non sì può interpretare ciò che non è scritto a corrente alternata, attribuendo funzioni e compiti non presenti e non si può parimenti lasciare al buon senso e alla responsabilità dei docenti o dei collaboratori scolastici, che in alcune scuole si prestano, il porzionamento dei pasti”.
La Flc Cgil si richiama alle leggi esistenti per capire chi debba svolgere i servizi scolastici in questione: “Occorre rispolverare l’articolo 8 della legge 124 del 1999, che ha trasferito allo Stato i bidelli che dipendevano da comuni e province e l'intesa del 27 settembre 2000 tra le associazioni degli enti locali e le organizzazioni sindacali, che ha disciplinato la gestione dei servizi scolastici”.
Alcuni servizi per le scuole sono rimasti tra le competenze dell'ente locale, come la gestione della mensa, per la quale il Comune continua a ricevere i finanziamenti istituzionali nonché le rette degli utenti.
“Oltre alla preparazione e al trasporto alla scuola dei pasti, alla fornitura delle stoviglie e del materiale accessorio – specifica Cirino - l'ente locale deve assicurare: il ricevimento dei pasti; la predisposizione del refettorio; la preparazione dei tavoli, lo scodellamento e la distribuzione dei pasti, la pulizia e il riordino dei tavoli, il lavaggio e riordino delle stoviglie, la gestione dei rifiuti”.
“Tali competenze, tuttavia – chiarisce ancora il segretario Flc Cgil Fabio Cirino - ai sensi dell'accordo del settembre 2000, possono essere assunte dalle scuole, mediante convenzione da stipulare con l'ente locale, che allo scopo deve trasferire le risorse necessarie (pari a 955,45 euro annui per ogni addetto). Il dirigente scolastico preliminarmente deve promuovere la sottoscrizione di un apposito contratto con le rappresentanze di istituto. Lo scodellamento, allora, e tutte le altre operazioni relative alla mensa possono essere svolte dai collaboratori scolastici, i quali in tal caso hanno anche diritto al pasto gratuito. Non ci risulta al momento che siano state stipulate tali convenzioni tra le parti, né che siano stati previsti fondi ad hoc”.
Fonte: Cgil Palermo
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