No alla scarcerazione per il boss di Pagliarelli Settimo Mineo. Il tribunale del riesame di Palermo ha respinto la richiesta di scarcerazione per motivi di salute, presentata dai legali dell'81enne capomafia.
Mineo, affetto da patologie cardiache, aveva sostenuto di rischiare il contagio da Coronavirus, ma secondo i giudici può essere curato in carcere o nelle strutture sanitarie penitenziarie. Mineo aveva chiesto gli arresti domiciliari al Gup Rosario Di Gioia, che lo sta giudicando, assieme ad altri imputati, nel processo Nuova Cupola. Dopo il rigetto, i suoi difensori si erano rivolti al riesame in sede di «appello».
La decisione era stata adottata il mese scorso, ma per effetto del lockdown, che aveva rallentato le comunicazioni da parte delle cancellerie, è stata appresa dagli avvocati Stefano Santoro e Giovanni Restivo soltanto adesso. Oltre a essere il boss di Pagliarelli, Mineo sarebbe dovuto diventare anche il capo della nuova commissione provinciale di Cosa nostra, ma fu arrestato in un blitz dei carabinieri del 4 dicembre 2018, che aveva smantellato il tentativo di ricostituire l’organo di vertice e di coordinamento dei mandamenti.
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