Sono state in tante le persone che sono arrivate da tutta la Sicilia a Palermo per rispondere all’appello lanciato dal gruppo Facebook «No Beni Culturali all Lega Nord - Musumeci dimettiti!» e protestare contro l'assegnazione dell’assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana al leghista Alberto Samonà.
Ieri alle 18 si sono disposti in piazza del Parlamento, davanti all’Ars, a distanza di un metro gli uni dagli altri, e hanno manifestato il loro dissenso. Alcuni con pentole e stoviglie per fare rumore, altri con la coppola e la bandiera siciliana. Diversi interventi al microfono hanno esposto le richieste e il significato della protesta.
Tutte donne, provenienti da diverse parti della Sicilia. All’ingresso della piazza un banchetto per raccogliere le firme per chiedere ai capigruppo dell’Ars di presentare una mozione di sfiducia al Governo Musumeci.
"Musumeci rischiava di concludere il suo mandato senza essere ricordato. E così, invece di dare continuità al suo governo del nulla, ha deciso bene di uscire dall’anonimato. Lo ha fatto nel peggiore dei modi: svendendo la Sicilia al partito anti-siciliano per antonomasia», afferma Sofia Rosano. «Non possiamo permettere a chi per anni ci ha insultato di far parte del Governo della nostra isola. Ci chiamavano fannulloni, parassiti, e adesso? Cosa è successo? Non ci caschiamo. La Lega può cambiare nome, ma la sostanza no. È il partito del Nord che fa gli interessi del Nord» continua Domiziana Giorgianni. «Oggi
in Sicilia si sono confrontate due piazze. Da un lato una sparuta minoranza di leghisti, dall’altro i siciliani veri».
"Quelli che non si svendono per interessi e per soldi. Sono state rispettate tutte le misure di sicurezza, cosa che non ha fatto il centro-destro in piazza a Roma", conclude Tiziana
Albanese.
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