Un intervento di grande formato, rivendicato da tre artisti (Mr. Cens, Betty Macaluso e Ulrike H.), è apparso ieri sera tra vicolo Valguarnera e via Cantavespri, nel cuore del centro storico di Palermo. Nell’immagine appare il volto di Destà e la statua di Montanelli, al centro delle recenti polemiche, cosparsa di vernice rossa. Accanto le parole usate dallo stesso giornalista per raccontare le azioni criminali del suo passato coloniale.
“La ragazza si chiamava Destà - scrive Montanelli nel gennaio del 2000 sulle pagine del Corriere della Sera - aveva 12 anni, particolare che mi tirò addosso i furori di alcuni imbecilli ignari che nei paesi tropicali a 12 anni una donna è donna e passati i 20 è una vecchia. Faticai molto a superare il suo odore dovuto al sego di capra di cui erano intrisi i suoi capelli, e ancora di più a stabilire con lei un rapporto sessuale perché era fin dalla nascita infibulata: il che oltre a opporre ai miei desideri una barriera insormontabile (ci volle per demolirla un brutale intervento della madre) la rendeva del tutto insensibile.”
Nell’immagine le lettere scritte con vernice rossa sanguinano sporcando la figura e la macchina da scrivere del giornalista. Dichiarano i tre artisti: “nelle parole di Montanelli si condensa tutto l’orrore e la vergogna del patriarcato e dei crimini coloniali italiani che infiltrano, come ferite ancora aperte, una società che non ha mai smesso di essere coloniale, fascista e patriarcale”. Il volto di Destà, rappresentato sul lato destro del murales, prende finalmente forma riprendendo una fotografia d’epoca. In basso le poche informazioni che la storia ha tramandato su questa donna: il luogo, l’anno di nascita e il prezzo al quale fu acquistata nel 1936.
L’intervento è stato supportato dal collettivo Fare Ala, che lo scorso marzo aveva già attaccato la targa di via Montanelli a Palermo proponendo la reintitolazione a Destà attraverso una petizione che ha raccolto oltre 2 mila firme.
“La cosa fondamentale adesso – dichiarano i tre artisti - è riuscire a dare un segnale di cambiamento. Ci sembra sterile che il dibattito si incentri principalmente sulla rimozione o l’abbattimento di una statua senza riflettere sulle violenze della società in cui viviamo. Ripensare l’odonomastica deve essere un’occasione di riflessione e critica della società attuale che continua a essere patriarcale, coloniale, profondamente razzista e violenta. Abbiamo voluto sottolineare nel nostro intervento le parole disgustose di Montanelli perché estremamente attuali, oltre che recenti. Rappresentano per noi un invito a confrontarci con un’eredità che sembra lontana ma è invece più viva che mai. Per questa ragione invitiamo chiunque voglia sostenere questa battaglia a firmare la nostra petizione, affinché Palermo sia il primo comune in Italia dove la memoria di Montanelli venga messa in discussione per le sue azioni vergognose, sentimento che il maestro del giornalismo non provò mai. Reintitolare via Montanelli a Destà rappresenta un primo passo che ci auguriamo apra una discussione ampia sul nostro terribile passato e sulle ombre che ancora proietta sul presente.”
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