“Quello del randagismo in Sicilia è un fenomeno tristemente diffuso e dai risvolti inquietanti, un dramma che non sembra avere fine e su cui sono emersi elementi che delineerebbero un vero e proprio sistema criminale alle spalle: è venuto, dunque, il momento di portare alla luce una situazione odiosa e insostenibile che non può più essere ignorata; uno schema pilotato da chi finge di avere a cuore il benessere di questi poveri animali e invece lucra sulla loro pelle, il tutto nel silenzio assordante delle istituzioni. Noi, come Rivoluzione Animalista, siamo sempre in prima linea nella lotta agli abusi e agli illeciti ai danni degli animali e, nonostante le ripetute pressioni e minacce ricevute, non lasceremo nell’ombra questa situazione e continueremo a denunciare. Qualcuno si domanda perché la gestione dei randagi in Sicilia è affidata in maniera quasi esclusiva a una galassia di associazioni che, tramite un sistema che ricorda tristemente le scatole cinesi, riconducono tutte al medesimo “salvatore” degli animali, a quel “benefattore” tanto noto ai vertici istituzionali che fingono di non sapere? Qualcuno sa dirci perché gli unici volontari ammessi nel canile di Palermo, così come in altre strutture della regione, sono sempre riconducibili alle medesime associazioni, mentre comprovati volontari di valore e riconosciuta onestà vengono deliberatamente esclusi? Non sarà forse che tanto il sindaco Orlando quanto il presidente della Regione Musumeci, sgravati dall’onere di investire soldi pubblici nel fenomeno del randagismo, che è così interamente delegato a questi “volontari”, preferiscono guardare da un’altra parte mentre qualcuno si arricchisce? E che ne è delle enormi somme di denaro raccolte dalle associazioni per mezzo di donazioni di ignari cittadini, che credendo di compiere una buona azione finiscono col foraggiare l’azione di questi individui? Le domande sono molte, così come i fatti che confermano questa vergognosa situazione. Questo ben noto “salvatore” degli animali dovrebbe spiegare perché centinaia e centinaia di cani vengono costantemente prelevati dai canili siciliani e condotti nelle regioni del Nord Italia, già sature dal fenomeno del randagismo nei loro territori; e ancor peggio, perché molti di questi cani, spesso di notte, vengono ricaricati, stipati e costretti a enormi disagi, sopra dei camion che li riportano esattamente da dove sono venuti o ancor peggio li abbandonano nuovamente per le strade siciliane. È evidente che è nell’interesse di qualcuno perpetuare questo status quo ed è sempre più chiara l’evidenza che senza randagismo, per questi soggetti senza scrupoli, non ci potrebbe essere guadagno”.
Così, in una nota, il segretario nazionale del partito “Rivoluzione Animalista”, Gabriella Caramanica.
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