Tre città profondamente diverse, unite dal mare: perché Trapani, Marsala e Mazara del Vallo hanno radicato il profondo rispetto per l’acqua, che accoglie, avvicina, lega i popoli. Trapani è la città del sale, di mura e bastioni, di cupole, mulini e torri, ma anche di palazzi, chiese e campanili. Marsala è la più “british” delle città siciliane, elegante e discreta, sul filo dolce e zuccherino del Marsala, che gli inglesi amarono, capirono e, soprattutto, esportarono fino a Sumatra. Ultima ma non ultima, Mazara del Vallo che protegge la sua casbah con quelle stradine strette che sembrano sgusciare via come serpentelli verso i cortili dove vivono oltre 2500 famiglie, soprattutto maghrebine, una comunità integrata che raccoglie l'eredità dei padri che scavalcarono il mare. Senza contare le aziende enogastronomiche che quest’anno partecipano al progetto satellite, Terre dei Tesori, e apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, aziende di coltivazioni di frutti tropicali, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana.
A Trapani il festival è alla sua quarta edizione, ed ogni volta è stato un grande successo: quest’anno ci si dedicherà ancora di più al mare, indagandone i mestieri antichi, i sapori salmastri, le raccolte e gli oggetti di uso quotidiano. “Vie dei Tesori dà lustro e valore culturale al territorio. È un nostro progetto rimettere in cammino la città e coinvolgere i comuni vicini per far diventare questa provincia un unico sistema museale a cielo aperto” annunciano il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida e l’assessore alla Cultura, Rosalia D’Alì. A Trapani i coupon del festival si troveranno anche da Tecnica Sport, frutto della collaborazione con la fondazione Le Vie dei Tesori.
Marsala è terra di relitti punici, reperti fenici, arredi romani; ipogei paleocristiani, abbazie basiliane, affreschi bizantini, cappelle nascoste scavate nel morbido tufo: e Le Vie dei Tesori – che ritorna per il terzo anno di seguito –unisce ai luoghi, un bouquet di esperienze imperdibili. Secondo il vicesindaco Paolo Ruggieri, “quello delle vie dei tesori è un percorso importante per lo sviluppo del territorio di Marsala”. “Dal programma di quest’anno e soprattutto dalle tante esperienze che propongono visite e degustazioni nelle aziende enogastronomiche e nelle cantine, emerge come il festival stia creando un forte legame con la storia e l’identità delle due comunità” interviene il vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Marcello Barbaro.
A Mazara, Le Vie dei Tesori ha debuttato l’anno scorso con un bel programma che oggi si arricchisce di passeggiate urbane e di degustazioni, tra grani antichi, olio, avocado e vigneti. “Credo che il format del festival si adatti perfettamente alla visione culturale di Mazara, che non punta soltanto sui siti, ma anche su esperienze e narrazioni che privilegi un turismo sostenibile e di qualità”, dicono il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci e l’assessore alla Cultura Germana Abbagnato. “Il patrimonio siciliano può essere una leva di sviluppo, e assistiamo ai nostri giovani che se ne vanno: dire ad un cittadino che il luogo sotto casa può diventare un attrattore turistico, lo si può fare tramite la narrazione della memoria. Un luogo non raccontato è un luogo muto – dice Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori.
Le Vie dei Tesori ritorna quindi nel Trapanese da sabato prossimo (11 settembre), e per tre weekend, fino a domenica 26 settembre. Con il supporto dei rispettivi Comuni e in collaborazione con giovani associazioni che hanno scelto di mettersi in gioco per la loro città, sono stati scelti con cura i luoghi – sono trentatre in tutto, tredici a Trapani e dieci ciascuno a Marsala e Mazara - per rileggere il territorio alla luce delle sue ricchezze culturali. Che non sono soltanto chiese, palazzi, torri e conventi - anche se di certo non mancano – ma sono anche esperienze lontane dalla quotidianità, alla scoperta di un vivere lento, di recupero delle tradizioni, di voglia di natura. Il festival, secondo il format ormai consolidato, è facile, smart, con soluzioni digitali di ultima generazione, i coupon acquistati saranno validi per visitare le tre città e anche Erice, nei primi tre weekend di ottobre. Tre weekend, per un nuovo festival di “resistenza”, il secondo post covid: l’anno scorso, in piena pandemia, quando ogni rassegna rimandava o rinunciava ai suoi programmi, Le Vie dei Tesori ha deciso di provarci, riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza, privilegiando luoghi all'aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide d'autore ascoltabili dal proprio smartphone.
E quest’anno Le Vie dei Tesori sono di nuovo pronte alla sfida: con i Borghi dei tesori che hanno fatto da apripista – 57 piccoli centri che hanno deciso di creare una rete sotto l'egida della Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format: il risultato è stato entusiasmante, 12 mila visitatori in soli due fine settimana - ecco scendere in campo a settembre, oltre a Trapani, Marsala e Mazara, anche Bagheria, Monreale, Noto, le due “veterane” Caltanissetta e Messina, e le debuttanti Caltagirone, Enna, Carini e Termini Imerese; dal 2 al 17 ottobre toccherà a Sciacca, Cefalù, Erice, Ragusa e Scicli e fino al 31, a Palermo e Catania.
Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti. Ma è soprattutto la manifestazione che costruisce reti: Unicredit ha confermato il suo impegno come main sponsor (“Lo sviluppo del patrimonio culturale e artistico italiano è tra le mission di Unicredit, e questo progetto rientra perfettamente in questa nostra visione” spiegano Vincenzo Evola, responsabile area Retail Trapani, e i direttori delle filiali di Mazara, Nino Borgese, e di Marsala, Gaspare Marrone) e di aziende dell'enogastronomia come la Nino Castiglione (“crediamo in questo evento e lo sosteniamo da anni con convinzione” dice il patron dell'azienda che lavora il tonno dal 1933). Il festival ha saputo creare sinergie e dialogo, e attivato un progetto che si compie grazie alla collaborazione di oltre duecento partner: Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti.
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