“Salve, sono Giuseppe Tutone, sono un disabile grave e abito allo Zen2, ho bisogno di voi”. Inizia così la telefonata tra la redazione del nostro giornale e il signor Giuseppe, un pensionato disabile del quartiere San Filippo Neri.
“Prego, signor Tutone, ci dica tutto”, come di consueto Palermomania si mostra aperto a tutti coloro che vogliono segnalare o evidenziare un disservizio, un problema, un malessere sociale. Ecco, la storia del signor Giuseppe Tutone è davvero delicata, particolare, un’istantanea di un fronte sociale che, in tempi di Coronavirus, non è venuto a galla. Giuseppe Tutone è un ex chef, ha lavorato per tanti ristoranti, anche stellati, all’estero e in Italia; poi ha aperto due bar a Palermo, abbastanza noti, come quello che sorgeva allo Zen. Una grave disabilità ha però interrotto bruscamente la sua attività: un black-out, un corto circuito che ha bruciato le sue certezze ma anche la sua speranza. “Non mi posso muovere e sono costretto a stare seduto, ho varie patologie, ho paura di prendere il virus che per me sarebbe una sentenza di morte”.
Ma il nodo non è questo, il signor Giuseppe non vuole assolutamente piangersi addosso: “Il problema è un altro – ci racconta – essendo disabile e abitando al settimo piano, non ho modo di poter scendere da casa perché qui dove abito io, l’ascensore non esiste. Prima mi aiutavo perché in qualche modo c’erano i miei figli e i vicini che mi davano una mano, ma adesso con l’emergenza è tutto cambiato: sono recluso in casa. Anche mia moglie non può muoversi perché ha diverse patologie: insomma siamo ostaggi di una casa che non è idonea alle nostre esigenze”. Il signor Giuseppe quando racconta cosa gli è successo, quasi singhiozza.
La nostra chiacchierata viene interrotta da lunghe pause di meditazione, Giuseppe Tutone, assegnatario di una casa popolare negli anni ’80, adesso chiede una sistemazione che possa regalargli un pizzico di serenità in più: “Chiediamo una casa magari a pianterreno, per essere più indipendenti e non dare fastidio a nessuno. Ho una pensione di 480 euro, andiamo avanti solo con questi soldi, abbiamo tante difficoltà ma la vita mi ha insegnato a guardare avanti e a non mollare. Io non mollo ma tramite Palermomania voglio chiedere al Comune di Palermo di poter rivedere la mia situazione e regalarmi una gioia per quest’ultima parte della mia vita”.
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