A CURSA

In una celeberrima considerazione, Don Vincenzo Florio sostenne che per ripercorrere la storia della Targa, sarebbe stato indispensabile scrivere un grosso volume.
Questa profezia sembra avverarsi nel libro “’a Cursa”, di Giuseppe Pitrone, edito da Nuova Ipsa.
Un romanzo ambientato nell’affascinante atmosfera della Targa Florio, ‘a Cursa’, appunto, la corsa per eccellenza.
Sono state necessarie 520 pagine all’autore per narrare le vicende appassionanti di un ragazzo, Giuseppe Villabate che, pungolato dalla passione dello zio, guarda con occhi estasiati i piloti, le macchine, i paesi delle Madonie, il pubblico di Floriopoli.
Un ragazzo che lotta, con passione e pervicacia, contro le tragedie famigliari, che rinuncia perfino all’amore della sua donna per realizzare il grande e unico sogno: diventare pilota di una celebre Casa automobilistica e partecipare alla Targa Florio.
Nella prefazione, la marchesa Costanza Afan de Rivera, nipote di Don Vincenzo, manifesta un’iniziale perplessità: il testo corposo, il tempo tiranno…
Poi, però, sostiene che per l’intero romanzo è stata affascinata del tutto dalla narrazione e ricevuto l’illusione di essere assieme al protagonista sui tornanti del circuito.
Condividiamo le sue parole.
Dunque, non si allarmi il lettore: le pagine scorreranno con fluidità e, alla fine, sembreranno addirittura poche.

“Merito del romanzo è quello non tanto di risuscitare in una bella e appassionante narrazione le vicende reali della Targa Florio, quanto di aver saputo rappresentarle all’interno di una dimensione epica avvincente, nella quale il dato storico, anche nelle sue articolazioni più tecniche ed aneddotiche, riesce sempre a fondersi con l’esperienza del protagonista e con le sue aspirazioni in un’appassionante vicenda individuale”: questa l’opinione del professor Salvo Zarcone, dell’Università di Palermo.
È vero. Tale fusione non riuscirà mai a tediare il lettore. “’ a Cursa” è il romanzo di tutti i Siciliani.

Quelli di una certa età rivivranno le emozioni indimenticabili che la grande gara seppe suscitare, soprattutto negli anni ’60 e ’70. Quelli più giovani avranno modo di conoscerle e apprezzarle. Quelli che non sono molto appassionati di automobilismo sportivo gradiranno i colori, i profumi, le abitudini di vita di una terra generosa e piena di passione che, attraverso la Targa, riuscì ad accentrare l’attenzione e l’ammirazione del mondo.

Infine, l’autorevole considerazione dell’eroe popolare di quel periodo, l’eccelso campione Nino Vaccarella: “Pitrone sottolinea gli aspetti sportivi e culturali che hanno contribuito alla crescita della Sicilia. Nel romanzo, la nascita, l’evoluzione e la fine della grande corsa sono intimamente legate alle vicende della sua vita appassionata. Come in un tanto desiderato feeling”.
L’ultima nota all’autore stesso: “Ho voluto rendere omaggio a Don Vincenzo Florio e all’intero popolo siciliano che hanno reso possibile la più grande festa della nostra storia.
Perché la Targa, ancor prima di un evento sportivo e culturale di livello mondiale era, appunto, la festa più sublime, attesa con trepidazione e vissuta con gioia”.
Dunque, buona lettura.

 

Fonte: palermomania.it

 

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