La poesie ha un pregio inestimabile di “fotografare l’anima” perché ogni componimento attinge nel vissuto dei giorni, attraverso volti, sensazioni ed emozioni.
Sabato 25 giugno dalle ore 17,30 alle 19,30 sarà presentato il libro di poesie dell’avv. Pietro Manzella dal titolo “ACQUA” (edito da Spazio Cultura) presso la Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli (via Terrasanta, 82). Introduce e coordina Nicola Macaione, interverrà Vera Ferrandi e Gabriella Maggio. Accompagnamento musicale alla chitarra di Francesco Maria Martorana e di Gaetano Motisi al saxofono. Letture a cura dell’autore. Copertina del libro con dipinto di Anna Maria Sannino.
All’interno di questa raccolta poetica, costituita da circa settantanove poesie prodotte dal 1964 al 1999, si avverte forte il desiderio dell’autore di fissare in modo indelebile impressioni, suggestioni, gioie e ricordi. A tempo stesso si percepisce quella esperienza matura che contribuisce a diventare fonte d’ispirazione proprio perché, come scrisse Aristotele: “la poesia nasce dal dolore e dalla meraviglia”.
Scorrendo le pagine del libro, ci sorprenderemo di aver provato anche noi i medesimi stati d’animo senza averli, però, mai fissati con tanta originalità e delicatezza, cogliendone l’essenza più profonda.
I versi del poeta palermitano offrono il giusto spazio all’immaginazione. Come spiega nella prefazione del libro Massimiliano Pecora: “Consideriamo che in tutto il libro si celebrano il silenzio – paradossale conquista della poesia italiana del Novecento! e il dolore, temi ricorrenti, ad esempio, in Chitarra dei pensieri, in Desiderio, in Campi arati e, soprattutto, in Sotto gli antichi portici, la lirica in cui l’irredimibile «oggi» – lessema ad alto indice di ricorsività in tutto l’opus di Manzella – si oppone all’incerto e smarrito passato”.
La musicalità dei versi affascina e travolge, senza dubbio il merito è della raffinata scelta di espressioni efficaci e insostituibili. Il linguaggio, semplice e armonioso in ogni verso, disegna perfettamente il quadro poetico d’insieme.
La natura nelle sue poesie non funge semplicemente da sfondo ma è amica, sembra aiutare, addolcire, stemperare le angustie della vita. La natura non è quindi spettatrice ma è partecipe diventando l’anello di congiunzione tra soprannaturale e terreno.
L’autore ci conduce con spontaneità e con la naturalezza delle immagini che tratteggiano l’io interiore, all’importante Presenza del Divino, dove l’amore è esaltato soprattutto nel rapporto filiare.
Come sottolinea nella presentazione del libro, Massimiliano Pecora, ACQUA non solo comprende la presenza nei versi di generi quali l’inno, l’epigramma e il brindisi (A mia figlia Laura, A mio figlio Giuseppe, A Laura, La prima candelina) ma anche una precisa e chiara esaltazione della saggezza del poeta.
Lasciamoci dunque illuminare il cuore con queste “briciole di luce” che Pietro Manzella offre al lettore, prendendo forma e suono, colore e profumo….e che presto avvolgono e ci appartengono.
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