"Arancia Meccanica", Mario Moscati rende omaggio a un "film senza tempo"

Sono passati quarant’anni da quando Arancia Meccanica fece la sua comparsa sul grande schermo. Il film di Stanley Kubrick, come tutte le grandi pellicole, divise immediatamente l’opinione pubblica divenendo in breve tempo un caso sociale e politico condito da bandi e censure. La degenerazione violenta di una ipotetica gioventù del futuro dedita a risse, furti e stupri, la paura dell’emulazione e il condizionamento del pensiero da parte del potere politico, anche se descritti con una raffinata satira, fecero insorgere una società che non si era ancora ripresa dalla contestazione giovanile del ’68. Dal punto di vista meramente cinematografico, il film ha confermato le grandi doti innovative di Kubrick e condannato il protagonista, Malcolm McDowell, a una prigione dorata con il volto di Alex il Drugo. In omaggio al capolavoro cinematografico Mario Moscati, titolare di un’agenzia di pubblicità, ha autoprodotto attraverso ilmiolibro.it il suo testo Arancia Meccanica. Quarant’anni ma non li dimostra. L’autore rivendica il suo status di "non addetto ai lavori" scrivendo: "Non sono mai stato un cinefilo e quindi non ho mai partecipato a cineforum o dibattiti, né sono mai accorso a prime o festival del cinema o fatto tardi la sera per assistere in televisione a premiazioni o a vedere sfilare attori e registi". Questa premessa non sminuisce il valore del libro. Infatti il testo mescola curiosità strettamente legate alla pellicola e al romanzo a corpose note sui movimenti giovanili, sui condizionamenti politici e sull’utilizzo dei media.

Moscati, perché un libro scritto nel 1962 e un film girato magistralmente nove anni dopo restano ancora oggi di strettissima attualità?
"Perché a prescindere da quando è stato scritto il libro di Anthony Burgess e realizzato il film di Stanley Kubrick, gli elementi di violenza rimangono sempre attuali. Inoltre in Arancia meccanica c’è una combinazione magica di immagini, dialoghi e musica. Per questo a quarant’anni di distanza dall’uscita nelle sale il film non risente del tempo che è passato".

Violenza e satira. Sono questi i due aspetti caratteristici del film?
"Contrariamente a quanto viene genericamente scritto, non considero Arancia meccanica un film violento. Voglio dire che non è questo l'aspetto del film che mi ha colpito ogni volta che l'ho visto. E' come trovarsi davanti a un'opera d'arte ed è inevitabile che certi aspetti vengano sublimati. La violenza c'è ma è stilizzata e descritta da Kubrick in maniera non realistica. Passa però in secondo piano rispetto al mix di immagini, dialoghi e musica che invece caratterizzano la pellicola. L'aspetto satirico è quello che mi entusiasmava negli anni Settanta e mi entusiasma ancora oggi. In ogni momento del film sono presenti ed è facile coglierli sia la satira che il paradosso".

Un’altra caratteristica peculiare di Arancia Meccanica è l’assenza di una linea netta tra bene e male. E' così?
"Sì non c'è una contrapposizione tra buoni e cattivi, tutti i personaggi del film sono negativi anche se descritti sempre in modo grottesco e ironico. Prendiamo ad esempio lo scrittore Frank Alexander, una delle vittime delle violenze dei drughi. Quest'uomo e i suoi amici intellettuali sono di sinistra e si oppongono ai soprusi di un governo marcatamente di destra e della polizia, ma sono anche loro personaggi negativi. Lo scrittore cerca infatti di spingere Alex al suicidio per vendicarsi e per sollevare un caso politico contro il governo".

Personaggi negativi, ma caricaturali.
"Sono personaggi negativi ma tratteggiati in maniera ironica. Kubrick dedica ampio spazio a ogni singolo personaggio ed emergono quindi anche gli aspetti più comici. Questo li rende formidabili e permette loro di perdere la negatività. Non divengono ovviamente personaggi positivi ma vengono riscattati da questo tratto ironico oltre che da quella miscela di musica e immagini di cui parlavo prima. Alla fine sei spinto ad amare questi personaggi".

Tanti hanno visto il film, pochi hanno il letto libro. Quali sono le differenze sostanziali tra l'opera di Burgess e Kubrick?
"Burgess era cristiano e cattolico e quindi nel finale del suo libro c'è il riscatto di Alex. Questo finale non era presente nell'edizione americana del libro dal quale Kubrick aveva tratto la sceneggiatura. Inoltre il regista era convinto che questo lieto fine fosse stato imposto a Burgess dall'editore per favorire le vendite e quindi decise di non modificare il copione originale. Un'altra grande differenza è rappresentata dagli ambienti del film che sono molto diversi da quelli descritti dallo scrittore inglese. Infine il gergo nadsat. Nel film c'è un uso intenso del nadsat (un inglese modificato e integrato con parole russe inventato da Burgess ndr.) che non impedisce una comprensione immediata. La traduzione filmica del nadsat risulta più efficace di quella letteraria".