Un tuffo nel passato di originali “gattopardi siciliani” e l’immersione in una dimensione senza tempo, sospesa fra arte, metafisica e memorie antiche che rivivono fino ai nostri giorni. C’è tutto questo in “Bonjour Casimiro”, il libro di Alberto Samonà, pubblicato per Rubbettino Editore, che sarà presentato sabato 6 novembre, alle 17,30 a Villa Malfitano, sede della Fondazione Whitaker, in via Dante 167 a Palermo e che consegna ai lettori il mondo dei baroni di Calanovella, con in testa Casimiro Piccolo, fotografo e pittore che, a partire da un certo momento, insieme alla madre Teresa Mastrogiovanni Tasca, al fratello poeta Lucio Piccolo e alla sorella Agata Giovanna, legò la sua vita in modo indissolubile alla villa di famiglia sulle colline di Capo d’Orlando. Qui, dai primi anni Trenta, si svolse la vita di questi aristocratici dalla forte vena creativa, allontanatisi dalle mondanità cittadine di quella Palermo che abbandonarono per sempre per non farvi più ritorno.
Lasciatisi alle spalle salotti e circoli nobiliari, i quattro scelsero la “solitudine” della campagna nebroidea, che li accompagnerà quasi come musa silente fino alla fine dei loro giorni: quelle stesse atmosfere familiari alle quali tornava spesso anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa, cugino dei Piccolo, che amava trascorrere lunghi soggiorni proprio nella villa di Capo d’Orlando, per ritrovare qui ulteriori spunti per il suo capolavoro “Il Gattopardo”.
Alla presentazione parteciperanno Nicola Macaione (direttore di Spazio Cultura), l’editore e scrittore Tommaso Romano, la giornalista Elvira Terranova, la professoressa Fulvia Toscano, direttore del festival Naxoslegge. Alcuni passi del libro saranno letti dall’attrice Stefania Blandeburgo. Sarà presente l’Autore. L’ingresso è libero nel rispetto delle norme anticovid.
“Bonjour Casimiro” non si configura come un romanzo classico, ma unisce in sé diversi stili e forme ora più narrative e fantastiche, ora storiche e descrittive - corroborate dalla presenza di una bibliografia finale di riferimento - assumendo in alcune parti le sembianze di un saggio storico e, in altre, di un racconto visionario. Il libro ha come sottotitolo “Il barone e la villa fatata” e richiama in più parti il mondo dell’aristocrazia di fine Ottocento e dei primi del Novecento, in un’epoca di grandi cambiamenti culturali e sociali. Eppure, le atmosfere narrate nelle pagine di Samonà oltrepassano in certa misura la storia, perché rimandano a miti lontani e alla vita dei baroni di Calanovella, con Casimiro in testa, sospesa fra modernità e dimensioni metafisiche. Il tutto, incastonato in una trama narrativa contemporanea che fa tornare sempre il lettore all’attualità e ai tempi di oggi, seppur plasmati dal gioco narrativo.
Alberto Samonà, scrittore e giornalista, per un decennio è stato consigliere della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella che ha sede proprio nella storica Villa Piccolo, dove la vicenda è ambientata. Da maggio 2020 è assessore della Regione Siciliana con delega a Beni Culturali e Identità Siciliana, anche se il libro è stato scritto nel periodo immediatamente precedente, quello del cosiddetto “primo lockdown” .
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