Mentre si fanno i libri, e prima di fare il lettori, bisogna fare i librai. Proprio nel senso di formare. Non basta più la passione per la cultura e le buone letture, e un tot di capitale per aprire una libreria di successo. Dove per successo si intende la capacità di selezionare le tante offerte del mercato, rispondere alle esigenze dei clienti, svecchiare l'immagine tradizionale della libreria, che nello stereotipo popolare continua ad essere troppo spesso un luogo un po' pensoso, vagamente noioso, con tante ragnatele su tomi di vario volume che giacciono in massima parte solitari in antri semibui. Niente di più lontano dalla realtà, ovviamente, ma i primi a capirlo devono essere i librai. E' questa la missione che si è dato Piero Rocchi, presidente della Scuola librai italiani, che tiene seminari formativi in tutta l'Italia e che dopo Bologna e Roma (il 7 e l'8 febbraio) fa tappa (l'11 febbraio) a Piazza Repubblica Libri, a Cagliari.
Piero, pochi immaginerebbero che ci voglia una formazione specifica per chi fa il libraio.
"Invece è così, esistono corsi di base e aggiornamenti in senso sempre più manageriale. Ma si parte sempre dall'amore per la lettura. Dunque prima regola: leggere, leggere, leggere. Nel corso degli anni i mutamenti della grande distribuzione e l'avvento dell'editoria online, che passa per gli ebook e i tablet, ha cambiato completamente lo scenario e le aspettative dei lettori-clienti. Lo stereotipo del libraio-biblitecario ottocentesco che chiacchiera amabilmente con i lettori è roba da dimenticare. Noi aiutiamo i librai ad acquisire nuove competenze: strategie promozionali, economia aziendale, marketing, comunicazione eccetera".
Insomma, il tipo di interazione tra chi vende e chi compra i libri è stato stravolto.
"E' proprio così. Ogni anno escono sul mercato 61mila novità, roba che per stiparle tutte ci vorrebbe una libreria di almeno 1000 metri quadri, ma non è solo un problema di spazio, di capienza. Quindi i libraio deve saper fare una selezione, non per avere tutto, ma per trovare tutto quello che interessa alla gente, saper fare proposte in modo intrigante, creare una costante interazione con il pubblico in modo creativo e dinamico".
Insomma, la libreria è uno spazio vitale che bisogna reinventare costantemente, non solo un luogo di compravendita.
"Sicuro. La politica degli sconti e basta non funziona più. La gente deve trovare divertente, stimolante, curioso entrare in libreria. Ecco perché le stesse presentazioni di libri hanno cambiato modalità. Ogni evento deve essere accuratamente progettato. Lo si può abbinare con un'ambientazione particolare, con degustazione di prodotti che in qualche modo siano a tema con il testo presentato, addirittura con corsi di formazione per il pubblico che abbiano come punto di partenza la presentazione di un libro. La libreria è uno spazio dove si vive, non un posto dove entri, se va bene una volta all'anno, compri, paghi e arrivederci il più tardi possibile".
Siamo nell'era degli ebook, con gli appositi lettori digitali di testo. Arduo credere che facciano sparire i libri cartacei, ma come interagiranno i diversi formati?
"Un certo tipo di editoria manualistica e didattica, dai dizionari alle enciclopedie, ormai sopravvive essenzialmente sul Web. Per quanto riguarda altri generi e tipologie, vedremo le varie fasce d'età, con diverso rapporto con la tecnologia, quale formato privilegeranno nei prossimi anni. Il libro stampato su carta non sparirà, ma come già avviene per le news, i lettori andranno ad 'annusare' le novità sul Web, ne leggeranno i primi estratti. Solo in seguito, secondo me, acquisteranno il libro tradizionale".
Fonte: tiscali
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