Grande appuntamento domenica 19 ottobre alla Modusvivendi per “La ferocia” di Nicola Lagioia. Continuano sempre più intriganti le colazioni letterarie in libreria, e stavolta, all’insegna di un romanzo avvolgente e “feroce”.
“La ferocia” (pp. 418, €19,50, Einaudi, 2014) è l’ultimo dei romanzi einaudiani firmati dal già noto autore de “I miei genitori” (2013) e “Occidente per principianti” (2010), una storia magnetica e intensa che vuol riflettere sui sentimenti del mondo contemporaneo attraverso un realismo intimistico.
Personaggi, anche troppi, si dipanano in un labirinto di emozioni, di segreti e di scoperte che inchiodano il lettore alla pagina, grazie alla penna immaginifica e precisa di Lagioia, capace di accelerate inaspettate miste a momenti di pura serenità descrittiva.
Perché un titolo così spietato? È una Puglia feroce quella che Lagioia descrive, specchio di un paese feroce. Al centro del romanzo c’è una famiglia barese di palazzinari, padre costruttore, moglie casalinga, quattro figli, di cui uno, Michele, nato fuori dal matrimonio. A fare da sfondo, la morte misteriosa di Clara Salvemini, figlia, sorella, donna nella sua nudità. E sarà proprio Michele, l’elemento estraneo della famiglia, che si mette alla caccia della verità: la sua sorellastra Clara, a cui è stato legato da ragazzo in modo fortissimo, è morta, e la versione del suicidio fa acqua da tutte le parti. Cosa legava Clara agli affari di suo padre? E il rapporto che la univa ai tre fratelli - in particolare quello con Michele, l'ombroso, l'instabile, il ribelle - può aver giocato un ruolo determinante nella sua morte?
A metà tra noir e racconto familiare il libro ci parla di vanità del potere, di rapporto fraterno, del declivio di rapide e vane ascese sociali, nel tentativo di costruire un mondo – il nostro – spesso racchiuso nell’inganno. Le ville della ricca periferia barese, , le tensioni di una famiglia in bilico tra splendore e disastro, il corpo di Clara, chiuso nello sguardo di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere, e intorno l'abissale e cruenta vanità borghese alla Fitzgerald: attraverso una galleria di personaggi e di sguardi che spostano continuamente il cuore dell'azione, Nicola Lagioia mette in scena il grande dramma degli anni che stiamo vivendo.
Una scrittura intensa e limpida; una lettura appassionante, da non perdere d’occhio nemmeno per un istante.
Dialogano con l’autore Serena Bella, Marco Mondino e Stefano Nicosia.
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