Ci sono persone che meritano un pregiudizio positivo e il cui lavoro dev’essere accolto con maggiore attenzione, all’appello va iscritta di diritto la francese Marcelle Padovani. Oltre ad essere la corrispondente di Nouvel Observateur, per il quale ci osserva e racconta da anni con passione ed onestà, Padovani ha avuto il privilegio di dialogare a lungo con Giovanni Falcone per la realizzazione di Cose di Cosa nostra, fondamentale libro intervista del 1992 con il giudice dilaniato con una slavina di tritolo dalla criminalità organizzata siciliana. Ora la giornalista manda in libreria Mafia, Mafie (Gremese editore, 2010): “Dietro questo libro c’è soprattutto una documentazione accumulata in venti anni, che ho sfruttato anche per la pubblicazione di alcuni documenti a fine libro. Poi ci sono le inchieste, nello stesso arco di tempo. E infine un aggiornamento fatto, prima di stendere il libro, con i principali responsabili della lotta alla mafia, magistrati e poliziotti”.La cosa che si sente dire più spesso in questo periodo è che nessun governo più di questo ha ottenuto risultati contro la criminalità organizzata, condivide?
"Gli incontestabili risultati ottenuti in questi ultimi anni non sono il frutto di uno specifico impegno del governo, ma il seguito normale di un’azione di contrasto fatta in modo egregio soprattutto dalle forze di polizia".Non è merito di Berlusconi?
"No, e nemmeno di Maroni. Se si catturano dei latitanti in Sicilia, in Calabria e in Campania, il merito è di alcuni uomini come il procuratore Pignatone e il capo della Mobile Cortese a Reggio Calabria, dei magistrati Ingroia e Principato e della squara Catturandi a Palermo, degli uomini della Mobile a Napoli. Gente che spesso deve pagare di tasca propria la benzina per poter fare gli appostamenti, o mettere le cimici, gente efficace e preparata, molto informata sui meccanismi e i metodi del crimine organizzato. Oserei dire che se oggi c’è una polizia al mondo adatta a combattere le mafie è sicuramente quella italiana. Non il governo che taglia fondi, e vara leggi che facilitano il ritorno dei capitali illegalmente esportati, eccetera".Tra le quattro mafie, la ‘ndrangheta è la più potente al momento, la più ramificata…
"La ‘ndrangheta, che controlla l’80% del traffico internazionale di cocaina ed è classificata dall’amministrazione americana fra le cinque organizzazioni criminali più pericolose al mondo, ha sfruttato soprattutto la sua capacità di essere silenziosa, di confondersi nel territorio, di non fare onde, di lavorare con discrezione ed essere organizzata in un modo talmente famigliare che quando uno ‘ndranghetista viene arrestato generalmente non parla. Sono pochi i pentiti di conseguenza. La ‘ndrangheta si è dunque affermata come un’organizzazione altamente sicura , ed affidabile e che , tra l’altro, paga cash le droghe consegnate".Cosa nostra e Camorra cosa fanno al momento?
"Cosa Nostra è in declino, avendo la quasi totalità dei suoi leaders in carcere. Attraversa un momento difficile. Invece la Camorra, dopo un periodo di espansione forte e incontrollata, cerca in questo periodo di affrontare la repressione e di limitare gli effetti del pentitismo nei suoi ranghi".E’ verosimile sperare che un giorno possano essere totalmente sconfitte?
"Giovanni Falcone diceva che “la mafia è un fenomeno umano, e come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio, un apogeo ed avrà una fine".Come ha letto la polemica tra Maroni e Fazio e Saviano?
"Come un segno del protagonismo leghista del ministro dell’Interno".E’ possibile che la Lega interloquisca con la ‘ndrangheta?
"E’ piuttosto la ‘ndrangheta che interloquisce con la Lega, perché per esistere deve interloquire con qualsiasi forma di potere".Il premier ritiene che le fiction o lo stesso Saviano, come pure libri come il suo c’è da dedurre, facciano promozione alle mafie, cosa risponde?
"Il premier ha sempre confuso la realtà con la rappresentazione, e dunque l’immagine della mafia con la mafia. Come confonde le dichiarazioni strepitose sulla spazzatura sconfitta a Napoli e sulla costruzione di case provvisorie all’Aquila con la rinascita della stessa città abruzzese. Però un giorno o l’altro dovrà fare i conti con quelli che il poeta Prévert chiamava “les terrifiants pépins de la réalité”, i terrificanti granelli della realtà".Come vivrebbe Falcone in questa Italia berlusconizzata?
"Falcone? Sicuramente male, anche se non aveva capito a suo tempo i pericoli del craxismo che era un’anticipazione del berlusconismo".
Fonte: tiscali
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