È in libreria “Il cielo può attendere” (Piemme editore), scritto a quattro mani dal professor Umberto Scapagnini e dal giornalista Fabrizio Del Piero.
Definirlo libro sulla fede può essere fuorviante. È un libro in cui un uomo ha guardato la morte in faccia, non in senso metaforico. È un libro in cui un uomo ha sconfitto un melanoma dopo una lunga battaglia. È un libro in cui si racconta di un percorso altro, ulteriore rispetto alle certezze della scienza.
E del resto scienza e fede non potrebbero essere in antitesi vista la storia dell’autore. Neuroendocrinologo di fama internazionale, Scapagnini ha dedicato la sua vita alla medicina, lavorando anche negli Stati Uniti. È stato sindaco di Catania dal 2000 al 2008, anno in cui è stato eletto parlamentare della Repubblica con il Pdl. Quindi questo libro è un incrocio di convinzioni di fede e di scienza medica, in cui non viene mai meno nel protagonista la verve napoletana. Per cui il medico che ha chiesto a Scapagnini da poco uscito dal coma come si sentisse, si è sentito la seguente risposta: “’Na chiaveca!”. Un libro che vuole lanciare un messaggio di speranza senza intenti pedagogici o politici (dal momento che solleva interrogativi su alcuni temi etici come l’eutanasia); ma semplicemente una battaglia per la vita che vuole imporsi con la forza della narrazione appassionata.
Umberto Scapagnini, 70 anni, medico endocrinologo, napoletano con cuore catanese. A parte le centinaia di pubblicazioni scientifiche, “Il cielo può attendere” è il suo terzo libro divulgativo, dopo “La manutenzione della vita” e “La salute ritrovata”. Qual è il tratto distintivo di quest’ultima sua fatica?
Questo è più intimo. È un incrocio tra la dimensione scientifica del mio lavoro, il rapporto tra cervello sistema endocrino e sistema immunitario, e una dimensione spirituale. Alla fine questa seconda, lo confesso, ha prevalso. E per chi, come me, viene da studi scientifici non è poco.
Come si è manifestata questa dimensione spirituale?
Ho sentito che c’è qualche altra cosa rispetto ai dati scientifici e alla fisicità razionale della realtà che ci circonda.
Il suo percorso di sofferenza inizia nel 2005. Come ricorda quella prima tappa?
Tutto ciò che ho sofferto sul piano fisico ha una componente di stress. Nel 2005 ero allo stadio Massimino di Catania per la partita del cuore. Era un giorno di dicembre. Pioveva. Di lì a poco avrei iniziato la campagna elettorale per le comunali. Non resistei, avevo voglia di giocare qualche minuto. Arrivò un gigante sulla fascia di mia competenza. Feci una scivolata, nemmeno così tremenda. Lui mi camminò sulla gamba sinistra: tibia e perone fratturati. L’unico sistema che avevo per salvare la campagna elettorale era una protesi interna in acciaio al tungsteno. Un mio amico ortopedico mi fece l’intervento.
Nel 2007 la seconda tappa…
Mi ero da poco unito a Sabrina, mia attuale compagna. Alla fine dell’estate, vediamo un piccolo rigonfiamento sulla tempia sinistra. Me lo faccio togliere chirurgicamente, pensando fosse roba da poco; ma sotto c’era un tumore. In un posto delicato: sotto al muscolo temporale, in mezzo alle ramificazione del trigemino e della carotide. Toglierlo sarebbe stato complicatissimo. Ma decido comunque di sottopormi all’intervento, che dura nove ore. L’intervento riesce. era un melanoma.
Ma il calvario non è ancora finito, purtroppo…
Ogni due giorni mi sottoponevo alle radiazioni per curarmi. Ero già sindaco di Catania, andavo a Milano. Il trattamento durò una ventina di giorni, mi sentivo stanco. Nel 2008 mi candidai al Parlamento. Ma avrei scoperto che Peron aveva proprio ragione…
Che c’entra Peron?
Diceva che nella vita servono le tre “c”: cervello, cuore e coglioni. Ma io ne ho aggiunta una quarta indispensabile, il culo. A me la quarta “c” è venuto a mancare per un certo periodo.
La terza tappa “peronista”…
Nel 2008 vengo eletto alla Camera. Festeggio a Roma con Berlusconi la mia elezione. Stavo tornando a Napoli in auto. In un incidente stradale vengo sbalzato, ero sul sedile posteriore, contro il finestrino dell’auto blindata e lo rompo con la testa. Ho avuto 74 punti di sutura. E ho sbattuto il petto contro il sedile. Ho sentito un dolore molto forte. Il destino mi fece andare su un’ambulanza diretta all’ospedale San Camillo. Vengo ricoverato in codice rosso.
Una situazione disperata…
Durante l’intervento il chirurgo vede il mio polmone sinistro era pieno di sangue. Lo svuota e dopo tre ore sono fuori dalla sala operatoria. Ma non è finita qui, purtroppo…
Ancora?
A fine 2008 durante un esame medico, mi trovano una ghiandola ingrossata. Il tumore era ripartito. Io e mio figlio Giovanni, diventato un grandissimo studioso di Alzheimer, ci mettiamo a cercare un metodo per fermare il melanoma. Una corsa contro il tempo, mi avevano dato un mese di vita. Troviamo alcuni medici che stanno sperimentando un anticorpo monoclonale che rinforza incredibilmente il sistema immunitario. Gli effetti collaterali mi portano alla disidratazione totale. A maggio 2009 entro in coma premortale.
Cosa accadde?
Mi impartirono due estreme unzioni, una subito e un’altra il giorno dopo il mio padre spirituale venuto da Catania. Mio figlio Giovanni monitorava la situazione. Ebbi una visione: un tunnel di luce. Stavo morendo. La mia mano sinistra fu fermata da mia mamma, il mio angelo custode. Poi ho visto Padre Pio, che mi ha detto: “Devi seguire la volontà del Signore”. Mi sono svegliato e sono andato in coma per 80 giorni.
Nel libro racconta a fondo questa sorta di vita parallela?
Sì come l’episodio in cui, in una visione, riconobbi la mia trisnonna in piazza dei Martiri a Napoli. Ma io non l’avevo mai vista prima! Poi mio fratello Sergio mi portò una vecchia foto in cui ebbi la conferma che si trattava proprio della nostra ava.
Il titolo del libro racconta di un’ironia mai persa, nonostante le avversità…
Sono napoletano, non posso perdere certe caratteristiche. E poi ho una forza fisica enorme.
La sua vicenda solleva dubbi sul dibattito introno al fine vita, all’eutanasia, al testamento biologico, non trova?
Prima che mi accadesse tutto questo ero favorevole all’eutanasia. Ma quando ero in coma ho combattuto come un leone per restare vivo. E una forza superiore all’uomo mi ha dato l’energia per resistere e vincere la lotta contro le cellule maligne.
Un lettore penserà: quante ne ha passate! Ma nonostante le avversità che le sono capitate, sente di trasmettere un messaggio positivo?
Penso di non essere morto per raccontare agli altri che la salute dipende dalla spiritualità, dall’amore di persone care. Mio figlio Giovanni, la mia compagna Sabrina e mio fratello Sergio mi sono rimasti sempre vicino. Una malattia può essere battuta anche così.
La quarta c, nonostante tutto, l’ha avuta?
Direi proprio di sì. Per un po’ se n’era andata, ma poi è tornata!
Fonte: tgcom
© Palermomania.it - Il portale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Ultim'ora by Adnkronos
Parma-Atalanta: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv
Pubblicata il 23-11-2024 alle ore 06:35
Verona-Inter: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv
Pubblicata il 23-11-2024 alle ore 06:30
Milan-Juventus: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv
Pubblicata il 23-11-2024 alle ore 06:28
Putin e il missile Oreshnik, allarme Polonia e piano Germania: cosa succede
Pubblicata il 23-11-2024 alle ore 06:01
Coppa Davis, oggi la semifinale Italia-Australia: orario e dove vederla in tv
Pubblicata il 23-11-2024 alle ore 00:19
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli pił letti