Dopo l’antologia noir “Palermo criminale. Il grande romanzo della città” (Laurana, 2014), che avevamo già apprezzato per la spiazzante capacità di ri-scrittura del reale, Antonio Pagliaro torna in libreria con un giallo tutto internazionale, coinvolgente e complesso come un intrigante gioco di specchi: “Il bacio della bielorussa” (pp. 303, €18,50, Guanda, 2015).
Un thriller sui generis di mafia e criminalità internazionali, che, per la presenza di alcuni personaggi già incontrati nei testi dell’autore ( vedi ad esempio il giornalista Corrado Lo Coco ndr), si situa nella trilogia de “Il sangue degli altri” (Sironi, 2007) e “I cani di via Lincoln” (Laurana, 2010).
Molto complessa la trama investigativa e mai lasciata al caso. Dalle fredde e deserte vie di Utrecht alle piazze soleggiate e avvelenate di Palermo si snoda un giallo di omicidi e violente lotte della criminalità organizzata. L’ispettore van den Bovenkamp della polizia criminale di Utrecht è alle prese con il caso di due cadaveri, ripescati in un canale da una benna. Troppo tempo passato nell'acqua ha reso irriconoscibili i volti delle vittime e cancellato le impronte digitali, restano solo il frammento di un tatuaggio e una misteriosa medaglietta, oltre a una testimone ben poco affidabile. Presto, la pista di van den Bovenkamp lo porterà alla splendida ed equivoca bielorussa Ludmilla Zamiatenko, la quale lo condurrà negli intrecci del malaffare della politica siciliana. Ed è tra le piazze della Kalsa e la via Resuttana di Palermo, che incontriamo il secondo protagonista del romanzo, Franz La Fata, giovane uomo d'onore e killer palermitano, irresistibile per le donne ma ben deciso a stare lontano dai guai di Cupido, che di certo non si addicono al ruolo di cattivo assassino. Finché, nel luogo più impensato, incontra Gaia, fragile, complicata e bellissima scrittrice. Un ispettore stanco che presto si troverà di fronte un terzo cadavere e un assassino alle prese con un cuore che non sapeva di avere. Vicende lontane, in due paesi diversissimi, destinate però a intrecciarsi inestricabilmente in una storia senza vincitori, dove la verità ha sempre un doppio volto.
Dalla silenziosa primavera olandese alla bellezza avvelenata di Palermo, storie di delitti e di “sbrirritudini” – direbbe don Turi ndr– raccontate a più voci descrivono una criminalità terrificante. Una storia che lascia l’amaro in bocca, un giallo che coinvolge sino all’ultima pagina, grazie ad atmosfere, personaggi e articoli giornalistici, quasi ad ottenere una perfetta immedesimazione nel quotidiano.
Se l’inizio del romanzo rievoca atmosfere alla Sjöwall e Wahlöö, l’intreccio della storia, con un equilibrio sempre instabile, passa dal polar al giallo all’italiana, dove prevale il dialogo e la riflessione introspettiva dei protagonisti, tutti indistintamente voci del male della società. Un gran bel giallo che fa riflettere e che tenta di descrivere, senza mai cadere nel già detto, quel beffardo sistema di violenze e depravazione ormai sottosuolo dei nostri tempi.
Ricordiamo che il romanzo di Antonio Pagliaro verrà presentato in anteprima venerdì 20 febbraio alle 18 presso la Feltrinelli di Palermo. Sarà presente insieme all’autore, il disegnatore Antonio Romano, curatore di alcune illustrazioni dell’opera.
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