Quest’estate sotto consiglio di un amico mi sono imbattuta nella lettura di un libro che mi è sembrato molto “veritiero” e attuale. Si tratta di “Donne che amano troppo”, scritto negli anni ’70 dalla psicologa americana R. Norwood, che ha venduto migliaia di copie in tutto il mondo e ha fatto per così dire da apripista alle discussioni sulle problematiche dei rapporti affettivi tra uomo e donna. In questo libro la scrittrice riporta alcuni emblematici casi di “troppo amore”: molte donne si sono rivolte a lei negli anni per intraprendere un percorso di analisi in quanto afflitte dal problema di amare troppo il loro partner. Ma cosa vuol dire voler troppo bene ad un uomo? La dott. Norwood spiega così:
“Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo.
Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un'infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.
Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo.
Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.”
Amare troppo in sostanza vuol dire calpestare le proprie esigenze, il proprio carattere e tutto quello che si è per cercare di adattarsi ad un uomo da cui siamo ossessionate senza ovviamente riuscirci. Si tratta di meccanismo quasi perverso, a tratti masochistico, eppure tantissime donne entrano nella spirale della sofferenza senza poi uscirne indenni. Anche a me capita spesso di parlare con amiche che raccontano tutte più o meno la stessa storia: sono innamorate follemente di un uomo che non le ricambia, che non presta loro adeguate attenzioni, che ogni tanto sparisce, che afferma di non essere innamorato ma, chissà perché, continua a desiderare la loro compagnia quotidianamente alimentando quindi le speranze di poter avere una relazione stabile. Dall’altro lato, basta una semplice telefonata, un sms (anche dal contenuto telegrafico) e già noi donne ci convinciamo che tutto va bene e che lui non può fare a meno di noi. Ci prendiamo in giro da sole insomma: pur accorgendoci dei segnali segativi, portiamo avanti (a volte anche per anni) una relazione deleteria che finisce per distruggerci emotivamente, annullare la nostra autostima e farci stare male pur di non rinunciare a quella determinata persona.
Ma perché agiamo così? Perché questo senso di “crocerrossinaggio” ci porta a dedicarci anima e corpo ad un uomo che sappiamo benissimo non essere adatto a noi? Le risposte possono essere moltissime. Di certo le donne che agiscono così sono molto fragili: hanno bisogno di conferme, si sentono sole e depresse e così preferiscono stare con un uomo, chiunque esso sia, che possa riempire anche se per poche ore le loro giornate. Si accontentano insomma, partendo dall’idea che un domani finalmente lui si innamorerà e tutto andrà a posto. In realtà accade sempre il contrario. Più tentiamo di cambiare un uomo e più lui resterà ciò che è. Più ci avviciniamo a lui, più lo proteggiamo e più lui si allontanerà da noi. Ha già una mammina che diamine! Non gliene servono affatto due… e allora come fare?
1° Dobbiamo capire che innanzitutto per stare bene con qualcun altro dobbiamo prima stare bene con noi stesse. Sembra una delle solite frase fatte, e invece il gioco è tutto qui. Soltanto una donna equilibrata, forte, consapevole, può avere una relazione che sia altrettanto equilibrata e soddisfacente.
2° Se scegliamo un uomo come nostro partner, dobbiamo farlo nella consapevolezza che questa persona possiede molte cose in comune con noi: condividiamo ideali, sogni, abbiamo due caratteri compatibili, ecc. Non si può iniziare una storia sperando di cambiare qualcuno, anche perché, lo sanno tutti, chi vive di speranza muore disperato…..
3° Quando conosciamo un uomo che ci sembra interessante ma notiamo subito che possiede delle caratteristiche per così dire “strane” o non si comporta in maniera consona e ci manca di rispetto, bisogna che scappiamo a gambe levate! Interrompere subito una storia che in partenza non va bene è un modo per salvarsi! Altrimenti poi finiamo per innamorarci….e lì sono dolori.
Io personalmente credo che a qualsiasi donna sia capitato almeno una volta nella vita di imbattersi in un uomo sbagliato, è successo anche a me, e le sofferenze che queste pseudo relazioni possono provocare sono terribili. Il “Maldamore” è veramente una cosa estenuante: notti insonni, crisi di pianto, giornate passate ad aspettare una telefonata o un sms che con molta probabilità non arriverà mai…. Tutto ciò non va affatto bene. E lo sappiamo benissimo ma ci ricadiamo e ci ricadiamo. Eppure da questo perverso meccanismo si può uscire. Come suggerisce la scrittrice, noi possiamo essere in grado di dedicarci da sole amore e attenzioni: non è necessario aspettare, inerti, che arrivi un uomo a dispensarceli. Il nostro compito è quello di crescere, imparare e soprattutto aprire gli occhi. Dobbiamo aspirare a ciò che favorisce la nostra serenità e il nostro benessere anche perché la capacità di amare un'altra persona sboccia da un cuore pieno, non da uno vuoto. E quando troveremo chi ci ama veramente lo capiremo al volo. Perché saremo felici e serene. Perché non dovremo aspettare ore ed ore prima che lui si faccia sentire, perché ci coccolerà e ci farà sentire sempre al sicuro. Questi sono i sintomi del vero amore.
In bocca al lupo a tutte.
Giuliana Zanca
Fonte: redazione palermomania.it
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