Giovedì 5 gennaio, alle ore 18:30, al Sabir (Via Quintino Sella, 49) una nuova presentazione del libro di Roberto Sottile, ne discutono con l’autore Masha Sergio (editor della casa editrice Navarra Editore) e Francesco Scaglione (dottorando dell’Università degli studi di Palermo); con interventi musicali di Francesco Giunta.
Il testo, con la prefazione di Giovanni Ruffino, è un viaggio suggestivo tra le parole più “genuine” del nostro dialetto, quelle che oggi si sentono sempre meno, ma che rivivono nella finzione letteraria tra le pagine di Consolo, Sciascia, Camilleri, Grasso, Piazzese e molti altri. L’autore con simpatia e rigore scientifico ripercorre la storia, l’evoluzione, i processi semantici di termini autoctoni siciliani che rappresentano piccoli tasselli del patrimonio linguistico e culturale dell’isola e del Mediterraneo.
È un percorso che non evoca soltanto un tempo lontano, fatto di oggetti, pratiche del passato e ricordi ormai sbiaditi, ma scandisce anche gli itinerari e le tappe che le parole del tempo perduto hanno via via attraversato prima di giungere nello spazio linguistico e culturale del dialetto siciliano, da cui, molto spesso, sono a loro volta “ripartite” verso altre destinazioni.
“Tempo perduto? Parole perdute? Cose perdute? Sì e no. Consideriamo le settantadue parole che il libro ci offre su un invitante vassoio. Diciamo intanto che, se pure il tempo che di queste parole si è alimentato, è un tempo perduto, le parole non le abbiamo del tutto smarrite: ci sono, le cogliamo nelle pagine letterarie (Camilleri e oltre) dove vivono una loro nuova vita, talvolta addirittura rinvigorite. E rivivono nelle pagine argute e “sottili” dell’autore di questo volume, nel quale le parole del tempo perduto mantengono intatti – per chi li voglia cogliere, per chi li sappia cogliere – i nuclei semici dai quali muovono percorsi metaforici di straordinaria forza espressiva, costellazioni semantiche generate nel tempo e nello spazio” (dalla prefazione di Giovanni Ruffino).
Roberto Sottile, insegna Linguistica italiana nel Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo. Fa parte del Comitato Scientifico dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). Si è occupato di lessicografia geo-etnodialettale (Lessico della cultura dialettale delle Madonie. 1. L’alimentazione, 2. Voci di saggio, Palermo 2010-2011) e del rapporto tra dialetto e mondo giovanile (Il dialetto nella canzone italiana degli ultimi venti anni, Roma 2013). Con Giovanni Ruffino ha pubblicato Parole migranti tra Oriente e Occidente (Palermo 2015), una raccolta di voci dialettali di origine araba che attraverso la Sicilia si sono diffuse in Europa e nel bacino del Mediterraneo.
Il libro è in distribuzione in tutte le librerie.
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