L'incandescente produzione artistica di Aldo Barosso si arricchisce di una nuova opera: "Nel cielo e nel mare". Attraverso l'uso sapiente della dilatazione temporale, la tessitura del romanzo rivela una fluida trasparenza, una cordiale comunicativa, una dolcezza soave un po' struggente che commuove e affascina, interrotta dagli improvvisi scoppi di luce dei fuochi d'artificio e dalla musica trascinante di una festa popolare.
Sempre più bravo a dare profondità ai suoi personaggi, l'Autore sbozza con tratti sicuri la tipica figura del Marinaio, un rude principe della solitudine che confida al bicchiere i propri dubbi, sogni e rimpianti, inabissandosi in domande ed interrogativi destinati a rimanere senza risposta.
L'atmosfera onirica amplifica il fascino della narrazione, creando attorno alla nave Mariposa un'aura di mistero. L'originale ed atipica forma del romanzo, lo rende interessante ancorché non facile da assimilarne l'essenza ad una lettura superficiale.
Mentre Aldo Barosso accompagna il viaggio del Marinaio con le note della sua musica acustica, il Marinaio stesso invita il Lettore ad abbandonarsi al cullante ritmo delle onde ed a superare le tempeste improvvise, destabilizzanti e spaventose.
In questo romanzo, articolato in parole e musica, ci sono la tenerezza dei sentimenti più affettuosi, lo strenuo amore per la vita nonstante le disillusioni, una distaccata nostalgia, il senso dell'ineluttabilità del destino. C'è la gioia e c'è il dolore, c'è il rimpianto per le cose terrene, quasi un disperato tentativo di ancorarsi al passato, e c'è l'aspirazione di librarsi in alto, quasi a galleggiare sull'infinito.
Maria Lacchio per l'Associazione Culturale "la Voce"
Intervista ad Aldo Barosso
Per la rubrica "Voce all'Artista", "la Voce" incontra Aldo Barosso.
Ciao Aldo, grazie per averci concesso questa intervista.
Un vecchio pianoforte che suonava mia mamma tanti tanti anni fa, c’è ancora, un po’ scordato, nel soggiorno.
Sinceramente no, non è una cosa che ho deciso o che ho intrapreso sulle orme di qualcuno. Credo mi abbia affascinato fin da subito la possibilità di raccontare qualcosa mescolando poesia e musica.
Non ha un ruolo particolare, è uno dei tanti tasselli che compone il mosaico di quello che sono, così come tanti libri, conversazioni, film… E’ uno dei mezzi con cui mi piace esprimermi.
Nasco come cantautore perché dopo aver suonato per tanti anni in pubblico è stato naturale espormi sotto questa veste. Prima era una cosa più personale e spaziava tra le più disparte forme di espressione, le prime righe probabilmente sono state semplici poesie, le prime composizioni, se così si può chiamarle, sono antecedenti di una decina di anni rispetto al primo disco. Non c’è in me una reale distinzione tra un’arte e l’altra, diciamo che ha iniziato a piacermi l’idea di creare qualcosa di più completo e complesso di un semplice disco o di un libro. Quindi è narrazione, è musica… ma è anche teatro, è anche danza. Non vorrei raccontare troppo delle novità in preparazione ma quello che avete letto e ascoltato fino ad ora è solo la punta dell’iceberg di “Nel mare e nel cielo”.
Sono parole che mi stimolano poco, diciamo che sono abusate per chiamare poesia qualsiasi sciocchezza, stanno tra i Baci Perugina e il “solecuoreamore” della nota canzone. Concettualmente sono parole che muovono tutto quello su cui mi piace scrivere, accompagnate dalle parole e dalle persone giuste rappresentano quello che per me è la felicità.
È effimero tutto ciò che è contenitore più che contenuto, sono effimeri i diamanti e la loro bellezza incastonata in un anello senza la mano che è destinata a portarlo. Su di un trono di inutili ricchezze arriva anche la consapevolezza di aver perso qualcosa che nessuna moneta al mondo può comprare. Così nulla di quello che è apparenza ed egoismo può più dissetare il marinaio che si è perso nella sua odissea, ma solo ora è pronto ad affrontare i propri limiti, le proprie incertezze e, se prima viaggiare era l’effimero desiderio di sentirsi libero, diventa il mezzo per raggiungere quello che è realmente importante.
Questo nuovo romanzo racconta di un viaggio, racconta di posti che ho vissuto ma dipinti con i colori di un’altra epoca. Un’odissea tra le taverne dei porti e il mare, quando i vascelli affrontavano infiniti viaggi cercando di scoprire un pezzetto di più del nostro mondo. Le coste dell’Africa con i cercatori d’oro e di diamanti, l’impresa di doppiare Capo di Buona Speranza, i limiti del mondo moderno visti come nella cultura ellenica venivano descritte le Colonne d’Ercole. I personaggi sono persone comuni, con i loro pregi e i loro difetti, un lungo viaggio li porterà a superare le apparenze e i propri limiti.
Ogni personaggio ha dentro qualcosa di me, ogni racconto è un po’ di fantasia e in parte una parafrasi della realtà, nessun personaggio in particolare mi rappresenta. Nel marinaio ci sono il mio amore per il mare, per il viaggio e per le mete impossibili.
Questa domanda mi fa ripensare a quando ero più piccolo, diciamo ai primi anni delle superiori. Mi ero messo la televisione in camera e, contrariamente ad adesso, potevo anche dormire pochissimo che il giorno dopo ero pieno di energie. Questo si è tradotto nel seguire le più disparate trasmissioni notturne, ma una su tutte mi piaceva per la buonanotte, si chiamava Sottovoce e il buon Marzullo inchiodava i suoi ospiti con giochi di parole così. Ah! Finalmente a noi due Gigi! Orbene, tornando seri, adoro scrivere allo stesso modo in cui mi piace comporre, la musica richiede più energie e lavoro ma ha un impatto più semplice e intenso. Penso che nei miei lavori la narrazione sia lo sfondo che dona maggior forza alla musica che metto al centro del quadro. Mi piacciano entrambe le definizioni, se devo sceglierne una: musicista scrittore.
Grazie Aldo per la tua gentile disponibilità e non possiamo che augurarti una brillante carriera sia come musicista sia come scrittore.
Grazie mille a voi!
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