Tra i regali di Natale non può mancare un buon libro: che sia un dono intimo, condiviso o semplicemente pensato per regalare emozioni. Un libro va a caccia del suo lettore, sperando che quest’ultimo lo tratti con cura e si perda argutamente in pagine nate e pensate per essere sconvolte dai suoi pensieri.
Di seguito cinque consigli per letture di tutti i gusti: idee per regali al lettore che non sa perdersi l’ultima novità editoriale, per la mamma amante di ricette, per l’appassionato del mistero o per chi ama racconti leggeri e profondi.
Per il bibliomane:
1.“Almanacco Sellerio 2014-2015” (pp. 288, €16,00, Sellerio, 2014). Luisa Adorno, Maria Attanasio, Andrea Camilleri, Luciano Canfora, Francesco M. Cataluccio, Alicia Giménez-Bartlett, Ben Lerner, Marco Malvaldi, Andrea Molesini, Salvatore Silvano Nigro, Laura Pariani, Benjamin Alire Sáenz, Leonardo Sciascia, Sylvain Tesson, Fabio Stassi, Sergio Valzania, Piero Violante: gli autori Sellerio si raccontano con scritti inediti o irreperibili ai loro lettori. L’Almanacco Sellerio fa il punto dell’anno passato in casa editrice: trovano spazio testi diversi per argomento, e per occasione ispiratrice, ma accomunati inevitabilmente una sensibilità letteraria condivisa che è poi quella che costituisce l’identità della casa editrice. In questo senso, prima di tutto l’almanacco risponde al desiderio di presentare questa identità. Momenti di completa libertà di scrittura ( storie, ricordi, autoanalisi, favole giocose o divagazioni surrealistiche), degli autori Sellerio. Per sentirli più prossimi ed anche per comprendere meglio l’identità di un progetto editoriale.
Gli autori si impegnano prevalentemente a narrare. E ogni brano è in realtà un racconto anche quando tratta di guerra (l’anno prima dello scoppio della prima guerra mondiale; il rumore della catastrofe nella musica di Mahler e di Berg; un pianoforte in mezzo alle trincee; il destino di un soldato tedesco in quel di Caltagirone), di viaggi (sulle tracce della napoleonica ritirata di Russia; l’esperienza spirituale di un pendolare), quando ricorda (un altro terremoto dell’Aquila); un’infanzia a cavallo della frontiera Mexico-Usa; le gare di "oratoria agonistica" a scuola; i cani amici di una vita, quando tramanda (un valoroso medico del ghetto; Marguerite Yourcenar che legge Tomasi di Lampedusa e viceversa; un grande artista di acqueforti; un pittore ottocentesco perduto in Paraguay), o quando infine gli scrittori giocano con la loro stessa scrittura (le favole in versi per i bambini cattivi, le recensioni surreali dell’arte del paracarro; un maestro di umorismo vernacolare).
Ma forse c’è una ragione più profonda che tiene insieme tutti questi scritti e può aiutare a indirizzare la curiosità del lettore. Queste pagine diverse illustrano, apertamente o allusivamente, i vari modi degli autori di stare nella letteratura: come la loro esperienza umana diventa scrittura, oppure, in alternativa, che cos’è per loro l’esperienza dello scrivere.
Per i papà distratti e i figli a un passo dal diventare adulti:
2.Beppe Tosco, “Scemo come tuo padre” (pp. 168, €9.90, Mondolibri, Prefazione di Luciana Littizzetto, 2014). Un libro comico, ma estremamente profondo, che rilegge la genitorialità come un’avventura mistica e inebriante, forse spesso dimenticata, attraverso pagine di fresco umorismo.
Un libro che fotografa i momenti clou nella vita di ogni genitore: dal riconoscimento del proprio bebè all'uso disinvolto del seggiolino omologato per bicicletta, dalla prima supposta alla lotta ai microbi, dalle recite scolastiche all'età difficile. Perché essere figlio è naturale, ma essere genitore è un'avventura.
Da l’autore di “Le zanzare sono tutte puttane” (2011), e “Perché le donne credono nel colpo di fulmine, gli uomini nel colpo di culo” (2012), l’attore e autore comico Beppe Tosco racconta una paternità un po’ simile a tante, guardata da squarci più profondi di quelli apparenti.
E quando, padre di due figli oggi grandi, ha avuto tra le braccia il suo primo frugoletto si è reso conto che fare il papà non fa solo diventare adulti, ma anche tornare bambini. E con questo manuale assai scorretto per allevare i figli a terra ci riporta direttamente nel nostro passato, quando aspiravamo l’aranciata con un grissino, cercavamo di baciarci i gomiti con la lingua e ci facevamo il segno dell’orologio morsicandoci il polso. Con questo libro Tosco si mette in gioco in prima persona con un diario ricco di osservazioni spesso ironiche e surreali ma contenenti profonde verità. E ai perplessi lettori che dovessero domandare: perdonami, e io che non sono genitore? L’autore risponde “sei figlio, amico, e tanto ti basti”.
Infondo, scrive l’autore: “Si può essere papà, senza dimenticare di essere stato bambino”.
Per gli amanti del noir e del giallo riflessivo:
3.Maurizio De Giovanni, “Gelo. Per i Bastardi di Pizzofalcone” ( pp. 322, €19,00, Einaudi, 2014). Dalla serie dell’ispettore Lojacono, torna un avvincente giallo dello scrittore De Giovanni, siglato Einaudi Stile libero.
Un omicidio celato nel mistero, una squadra di commissari che in una città schiaffeggiata dal vento di tramontana nasconde a sua volta un gelo che tiene ben lontano, gli ingredienti di un noir avvincente, dove tutti si ritrovano contro tutti, ma lì insieme ad affrontare ognuno a suo modo il ghiaccio peggiore, quello del loro cuore.
Un giovane ricercatore di grande talento e sua sorella, una ragazza tanto bella da togliere il fiato, vengono assassinati nel loro misero appartamento. Qualcuno ha interrotto le loro vite un attimo prima che trovassero il riscatto, ma non sembra esserci movente. Lojacono e Di Nardo sono impegnati in una corsa contro il tempo. Gigi Palma, il commissario, è stato chiaro: risolvere il caso, e in fretta, non significa solo assicurare un assassino alla giustizia, ma anche salvare il commissariato di Pizzofalcone, che qualcuno desidera chiudere per lavare una macchia del passato. Avranno l'aiuto di tutti i colleghi: Romano, detto Hulk, Aragona, Calabrese, detto Mammina e Pisanelli, detto il Presidente. Ognuno con le proprie paure, ognuno con le proprie ferite, ognuno grato quando uno sprazzo di calore sembra allentare per un momento la morsa del freddo.
Per mamme e nonne, le cuoche amate dei nostri ricordi familiari:
4.Simonetta Agnello Hornby, “Il pranzo di Mosè” (pp.212, €16,00, Giunti, 2014). L’ospitalità di una casa di famiglia, le ricette di un passato tra memoria e tradizione: la scrittrice palermitana, Simonetta Agnello Hornby apre le porte di Mosè, insieme alla sorella Chiara Agnello. Mosè è un luogo magico nelle campagne di Agrigento, una masseria dei primi dell'Ottocento costruita intorno a una torre Medioevale, circondata da campi coltivati, frutteti, mandorleti, uliveti, a dieci minuti dal mare. È il luogo in cui la famiglia Agnello da cinque generazioni trascorre le vacanze estive. Chi conosce le storie autobiografiche di Simonetta ha già familiarità con questo luogo. Ricorre nei suoi racconti come posto dell'anima e degli affetti più cari. Nei mesi in cui la famiglia risiedeva a Mosè, una processione incessante di parenti, amici, lontani conoscenti si presentava alle porte della tenuta. E tutti venivano accolti, ospitati, nutriti, messi a proprio agio. Di questo parla "Il pranzo di Mosè". Dell'arte dell'accoglienza. Di come ricevere l'invitato, di qualsiasi estrazione e attitudine, nella maniera più appropriata. Vengono presentate sei situazioni, ognuna accompagnata dalla narrazione di aneddoti autobiografici, dalla presenza delle figure che popolano la memoria dell'autrice: i parenti già incrociati nei racconti autobiografici, sagome note per chi vi è già affezionato e sempre divertenti per chi ancora non le conosce; e poi gli invitati, quei personaggi che hanno bussato alla porta di Mosè negli anni dell'infanzia.
Per i più sentimentali:
5.Chiara Gamberale, “Per dieci minuti” (pp. 192, €16,00, Feltrinelli, 2013). Lei, Chiara Gamberale, in cima alle classifiche dei libri più venduti con il romanzo a quattro mani “Avrò cura di te” con Massimo Gramellini (pp. 208, €16,00, Longanesi, 2014), ci emoziona con un libro che racconta di libertà ritrovate, di amore per la vita, breve, intensa e imprevedibile.
Una vita dove anche dieci minuti posso rivoluzionare ed emozionare la quotidianità. Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l'hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Con la profonda originalità che la contraddistingue, Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.
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