"Un seme di collina" è un progetto work in progress che comprende una selezione di fotografie realizzate tra il 2017 e il 2020 in Sicilia, la gran parte nella cornice naturale dei monti Nebrodi e che nasce da un ben precisa esigenza di definizione del reale. Se nei primi tempi del suo percorso il suo sguardo veniva condizionato dai sogni, dalla superficie emotiva, ed il punto focale della sua indagine era la propria identità e ciò che per lei rappresentava il reale, oggi Nerina Toci, dopo aver gradualmente eliminato la propria figura dalle sue immagini, cerca di catturare l'identità universale attraverso l'esperienza del sensibile. Partendo dall'assunto che l'immagine è sempre un riferimento alla realtà, esprimendone il contenuto e rivelandola parzialmente, l’artista, attraverso questi suoi lavori, si interroga circa la sua corrispondenza al reale dal momento che questo esiste al di là dell'immagine stessa. Il processo di frammentazione fotografica, nel quale usa il nero come materia per dare corpo alle forme, la porta alla considerazione ultima che ciò che si intuisce sia difficile da afferrare e interpretare e la vera risposta sia non nel catturare la realtà e possederla ma nell'accettazione sua esistenza.
Nerina Toci (Tirana 1988), nel suo lavoro sensuale e misterioso, riesce a rappresentare la sua realtà, la sua immaginazione sconfinata, che varca i confini della fotografia e ci porta in un mondo incantato dove la mente è libera di viaggiare. La chiave per capire il suo lavoro va cercata proprio nel fatto che agisce applicando leggi proprie che le permettono di superare la visione monoculare che la fotografia impone, le stesse leggi che sono state utilizzate dai pittori del Rinascimento quando hanno iniziato a dipingere adoperando le regole della prospettiva e della luce, perché anche la fotografia è prospettiva e luce. Il lavoro di Nerina Toci parte dalla fotografia ma prende subito altre rotte, diventando opera d’arte. La macchina fotografica è semplicemente un mezzo che le consente di esprimere quello che per un fotografo è impossibile: uscire dalla realtà che ci circonda per addentrarsi in una sorta di wunderkammer - una realtà personale che diventa universale - nella quale entriamo insieme a lei.
Se in Étant donnés di Marcel Duchamp, il buco nella serratura ci consentiva solamente di sbirciare, di sognare di entrare, ma rimaneva solo un sogno, Nerina Toci invece, ci apre la porta, ci svela il suo mondo. Il suo essere artista la pone al riparo dai limiti che la fotografia impone, dagli stereotipi degli stili, dall’obbligo di dovere rappresentare la realtà in cui viviamo, le mode e la società.
Il fotografo blocca un istante in eterno, lei apre quell’istante all’infinito. Le sue fotografie non hanno a che fare con l’effimero della nostra società, ma hanno piuttosto quella “perennità” delle opere che si tramandano nel tempo. Il tempo non è un limite ma diventa suo alleato. La realtà che la circonda non le interessa, la sua è un instancabile ricerca di un mondo che non trova, ma che è ben chiaro nella sua lucidissima immaginazione e che riesce a esprimere nelle sue fotografie anche grazie ad un grandissimo talento.
Questa è la forza di Nerina Toci, il suo fascino, il suo magnetismo. E questo è il sogno dell’arte che grazie a lei si avvera e che questo nuovo libro ci restituisce in tutte le sue parti mettendo in luce il ruolo centrale da lei assunto tanto come testimone del mondo dell'arte e della realtà sociale in profondo mutamento che la circonda, quanto come protagonista di nuovi percorsi di ricerca e di espressione artistica.
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