"L'Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell'Europa", sottolinea soddisfatto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, al termine del Consiglio Affari Interni a Lussemburgo. Il nostro Paese, continua il ministro in una dichiarazione scritta, "ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate nel corso del Consiglio odierno. In primis, abbiamo scongiurato l'ipotesi che l'Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori".
"Abbiamo ottenuto - prosegue - la creazione di un nuovo fondo europeo per i Paesi terzi di origine e transito dei flussi (dimensione esterna). Nel sistema, come misura di solidarietà obbligatoria complementare alla relocation, è prevista anche la compensazione dei ‘dublinanti’. Siamo riusciti ad ottenere un quadro giuridico di riferimento per possibili intese con Paesi terzi sicuri. Abbiamo, altresì, evitato che venissero poste delle limitazioni che avrebbero escluso alcuni Paesi".
"Anche i termini di responsabilità del Paese di primo ingresso per i casi Sar (ricerca e soccorso, ndr) - aggiunge - sono stati ridotti grazie al nostro intervento. Per la prima volta i casi Sar sono considerati sotto la responsabilità dell’Unione Europea. Per quanto riguarda le procedure di frontiere, su cui l'Italia, a livello nazionale, ha precorso i tempi europei, con le misure introdotte dal decreto Cutro, siamo riusciti ad ottenere la creazione di un sistema efficace di controllo europeo delle frontiere esterne. Abbiamo anche ottenuto una clausola di revisione del sistema dopo un primo test di sostenibilità. È stata poi raggiunta anche l'intesa su misure di sostegno finanziario per la realizzazione operativa (anche mediante infrastrutture) delle procedure di frontiera".
L'Italia ha ottenuto che i fondi che i Paesi membri verseranno per ogni migrante non ricollocato, in ragione di 20mila euro a persona non accolta, confluiscano in un "fondo", affidato alla Commissione Europea, "per realizzare quello che l'Italia ha voluto, e che finalmente si realizza: progetti concreti sulla dimensione esterna", spiega il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. E' anche, continua, una "questione di dignità, della nostra storia e della nostra posizione".
Perché l'Italia, sottolinea, "non accetta compensi a se stessa per diventare il luogo di trattenimento degli immigrati. Non volevamo che si facesse della nostra posizione geografica un destino naturale. Quei soldi serviranno dunque a finanziare progetti sulla dimensione esterna delle migrazioni, quindi accordi con Paesi terzi, infrastrutture, un tasto sul quale il nostro Paese batte da anni".
Fonte: Adnkronos
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