L'Europa, secondo l'OMS, rimane “l'epicentro dell'epidemia di vaiolo delle scimmie più grande e geograficamente più diffusa mai segnalata al di fuori delle aree endemiche dell'Africa occidentale e centrale”. Lo ha affermato Hans Kluge, direttore dell'Ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l'Europa, in una dichiarazione diffusa oggi. Per cui ora bisogna agire rapidamente, prosegue Kluge, per indagare e controllare velocemente una situazione in rapida evoluzione.
Particolare attenzione va posta sul vaiolo delle scimmie secondo Kluge perché la trasmissione "rapida e amplificata" di Monkeypox "si è verificata nel contesto della recente revoca delle restrizioni pandemiche ai viaggi e agli eventi internazionali. E quindi, il potenziale di ulteriore trasmissione in Europa e altrove durante l'estate è elevato". Il virus, avverte l'Oms, "si è già diffuso sullo sfondo di diversi raduni di massa. Nei prossimi mesi, molte delle decine di festival e grandi feste in programma forniscono ulteriori contesti in cui potrebbe verificarsi un'amplificazione".
A partire da ora, una risposta efficace al vaiolo delle scimmie non richiederà le stesse ampie misure sulla popolazione di cui avevamo bisogno per Covid-19 perché il virus non si diffonde allo stesso modo. Ma - e questo è importante - "non sappiamo ancora se riusciremo a contenerne del tutto la sua diffusione. Per questo, abbiamo bisogno di una riduzione significativa e urgente nell'esposizione" al Monkeypox virus "attraverso una comunicazione chiara, un'azione guidata dalla comunità, l'isolamento dei casi durante il periodo infettivo e un'efficace tracciabilità e monitoraggio dei contatti".
Al contempo, proprio i contesti di festival e grandi feste estive, spiega l'Oms, "forniscono anche potenti opportunità per impegnarsi con persone giovani, sessualmente attive e mobili a livello globale per aumentare la consapevolezza e rafforzare la protezione individuale e della comunità".
Oms: come affrontare il vaiolo delle scimmie
Ancora, secondo Kluge si dovranno "fornire alle strutture sanitarie e ai team di sanità pubblica le conoscenze e le capacità diagnostiche necessarie per identificare e confermare rapidamente i casi; garantire che i pazienti siano informati della necessità di isolarsi per il periodo infettivo della loro malattia e astenersi dal contatto sessuale e di altro tipo con gli altri; tracciare rapidamente tutti i contatti e monitorarli per 21 giorni. Sebbene la quarantena dei contatti potrebbe non essere necessaria, i controlli della temperatura due volte al giorno e l'automonitoraggio sono fondamentali".
Il Monkeypox virus si diffonde in gran parte attraverso l'attività sessuale
Sulla base dei casi clinici fino ad oggi registrati, afferma l'Oms, "questo focolaio è attualmente trasmesso attraverso network collegati in gran parte attraverso l'attività sessuale, che coinvolge principalmente uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Molti, ma non tutti i casi, segnalano partner sessuali multipli, a volte associati a grandi eventi o feste. Dobbiamo ricordare, tuttavia, come abbiamo visto da precedenti focolai, che il vaiolo delle scimmie è causato da un virus che può infettare chiunque e non è - conclude l'Oms -intrinsecamente associato ad alcun gruppo specifico di persone".
Fonte: Rai News
Fonte Immagine: Depositphotos
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