Il Sud Italia - come in molti affermano - guarda con fiducia a Giuseppe Conte. Il reddito di cittadinanza può essere considerato il motivo di tale apprezzamento, oppure è più equo affermare che Lei rappresenta la voce di quel Sud Italia dimenticato dalla politica?
Credo che da Nord a Sud c’è chi guarda con fiducia al nostro progetto politico, agli impegni chiari che stiamo prendendo con i cittadini in questa campagna elettorale. Certa tossica propaganda tende a far credere che questo consenso sia dovuto solo a una o a poche misure, la realtà è che abbiamo abbracciato un’ampia agenda sociale che esprime principi e valori fondamentali per il nostro Movimento: la protezione dei più deboli, il rispetto per l’ambiente, investimenti in sanità e scuola pubblica, sviluppo sostenibile, dignità del lavoro. Il Reddito di cittadinanza ha tolto un milione di persone dalla povertà, ne siamo orgogliosi; ma la nostra ricetta per il Sud è fatta soprattutto di programmi per giovani e imprese.
Il Movimento 5 Stelle parla un linguaggio politico diverso rispetto agli altri partiti politici. Per alcuni analisti politici si ravvisa nel Movimento da Lei guidato un'anima popolare, che riecheggia l'afflato umanitario dell'ormai lontana sinistra storica. Cosa pensa di tale valutazione relativamente al "sentimento" che si ritiene pervada l'agire del Movimento 5 Stelle?
Quando vado nelle strade e nelle piazze, posso guardare dritto negli occhi le persone, posso camminare a testa alta perché, da presidente del Consiglio prima e da leader del Movimento adesso, ho sempre messo davanti a tutto e a tutti l’interesse nazionale. La gente ci riconosce il senso di responsabilità, il coraggio nelle scelte che tutta la comunità del Movimento 5 Stelle ha dimostrato nei tempi duri della pandemia, la serietà nell’aver realizzato l’80% del programma indicato durante la campagna elettorale del 2018. Abbiamo portato a casa risultati concreti ed oggi ci presentiamo davanti ai cittadini con nuove sfide da affrontare e progetti credibili da portare a termine.
Si afferma che Lei abbia determinato la caduta del governo "tecnico" di Mario Draghi. Noi riteniamo che le ragioni profonde che hanno indotto Mario Draghi a dimettersi siano da addebitare a motivi che esulano dal suo programma politico e dal suo dissenso. La suddetta crisi governativa, ritenuta un danno per la nazione italiana, lascia perplessi gli italiani e crea tanti interrogativi. Un Suo parere.
Concordo con lei, hanno fatto passare un messaggio completamente distorto. Noi abbiamo posto al premier Draghi questioni politiche. Abbiamo chiesto risposte concrete su temi veri come il caro bollette, i salari troppo bassi, lo sblocco dei crediti del Superbonus 110%, uno scostamento di bilancio per aiutare famiglie e imprese in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo. Queste risposte non sono mai arrivate. E tutti hanno ascoltato i toni di Draghi nei nostri confronti e i cittadini hanno capito che la campagna mediatica posta in essere per far ricadere su di noi la responsabilità della crisi, era assolutamente strumentale e scorretta.
Lo scenario economico attuale si configura, per molti versi, come uno scenario bellico o post bellico. Molte tragiche crisi spaventano il popolo italiano, ma anche, ed in misura maggiore, le piccole, medie e grandi aziende italiane. Si teme la rivolta sociale, che terrorizza molti politici.
Non vi è dubbio che amministrare l'Italia attuale sarà molto difficile per chi vincerà le elezioni e, pertanto, la vittoria elettorale può essere letta anche come percorso doloroso su cui incamminarsi, consapevoli dei drammi su di esso disseminati. Si può ritenere accreditabile la tesi secondo cui vi è chi ambisca a restare all'opposizione, tanto i vincitori, molto presto, saranno perdenti?
Non posso parlare per altri, posso parlare per me. Noi ci candidiamo a governare il Paese, anche in un momento di crisi come questo, anche perché abbiamo già affrontato il periodo drammatico della pandemia. Tutti i partiti oggi si prendono i meriti del Pnrr, ma io non ho visto nessuno di loro combattere con me in Europa per ottenere i 209 miliardi. Anzi, se fosse stato per loro avremmo accettato il Mes. Il Paese sarebbe stato strangolato. Ricordo Salvini e Meloni che quando c’era bisogno di chiudere, chiedevano di aprire, quando c’era bisogno di aprire, chiedevano di chiudere. Erano persino contrari allo stato di emergenza, non volevano nemmeno i presidi di protezione civile nel momento più buio per il Paese. Un atteggiamento assolutamente sconsiderato che non si sposa affatto con la responsabilità di governo.
Abbiamo potuto constatare che la riforma della Magistratura e la riforma elettorale stentano ad essere scritte. Un Suo parere in proposito.
Il primo vero scontro con Draghi fu quando imponemmo nessuna improcedibilità nei giudizi su reati di mafia e terrorismo, come era previsto nella stesura iniziale della riforma Cartabia. Rivendico quella battaglia e ci riserviamo di valutare in corso d’opera gli strumenti di tale riforma. Per quanto riguarda la legge elettorale, noi abbiamo proposto un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% e con le preferenze, per permettere ai cittadini di scegliersi i propri candidati sui territori. Non siamo stati ascoltati. Gli altri partiti hanno deciso di mantenere questa legge elettorale, che essi stessi giudicano come pessima.
E cosa dire della guerra in Ucraina? Appare assurdo il problema dello schieramento a favore dell'Ucraina o a favore della Russia! L'unica strada da percorrere è quella che conduce alla pace. Essere a favore del Patto Atlantico, essere europeisti convinti non risolve il grave problema generato dalla guerra in Ucraina, tuttavia innegabile vittima di tale guerra, che, sotto mentite spoglie, è stata indetta contro un popolo inerme. E' questa l'amara verità! Qual è il Suo pensiero in merito?
Abbiamo sempre sostenuto il popolo ucraino, sin dall’inizio del conflitto. Ma abbiamo anche detto una cosa chiara: tutti ci spiegano come è iniziata questa guerra, nessuno dice come intendiamo mettere fine a queste carneficine e devastazioni. Oggi non si parla più di pace, non si parla più di negoziato. Noi siamo assolutamente contrari a questa escalation militare che sta portando distruzione in Ucraina e, nello stesso tempo, la recessione nel resto d’Europa. L’Italia, storicamente, ha avuto un ruolo determinante nelle opere di intermediazione e dialogo: si scelga questa strada, piuttosto che inviare armi su armi e tendere verso una guerra infinita dagli esiti imprevedibili per tutto il popolo europeo.
Il deterioramento innegabile dell'ecosistema, la necessaria ed irrimandabile tutela dell'ambiente, della natura, il lavoro, la questione meridionale, i soldi del PNRR da utilizzare per risanare l'economia italiana e non disperdere come, da sempre, si verifica, sono temi da affrontare con urgenza, a cui dare una risposta concreta per realizzare il bene comune e non tradire l'Italia e i suoi reali bisogni. Le chiedo quali saranno i Suoi interventi in merito al quadro suesposto.
Questo è il momento di scegliere da che parte stare: se dalla parte delle fonti fossili e dell’inquinamento o dalla parte della protezione dell’ambiente e della transizione ecologica. In Italia siamo gli unici a portare avanti questa battaglia per incentivare le fonti rinnovabili, le comunità energetiche, il contrasto ai disastri climatici e alla distruzione dell’ecosistema.
Sul tema lavoro abbiamo idee chiarissime: salario minimo legale da 9 euro all'ora, lotta al precariato con rafforzamento del decreto dignità, riduzione orario di lavoro a parità di salario, taglio del cuneo fiscale per aumentare gli stipendi ai lavoratori e stop ai tirocini gratuiti. Basta sfruttamento e stop alle paghe da fame, sì alla dignità salariale.
Sulla questione meridionale siamo già intervenuti con “Decontribuzione Sud” che ha avuto ottimi risultati sul piano occupazionale. Dobbiamo renderla strutturale. Inoltre, dobbiamo vigilare per non disperdere nemmeno un centesimo dei 209 miliardi che faticosamente abbiamo conquistato in Europa. La modernizzazione del Paese è una assoluta priorità ma sappiamo bene che su questi fondi molti vogliono mettere le mani. Non possiamo permettere che vadano a vantaggio dei soliti noti, di quei centri di potere che negli ultimi trent’anni non hanno consentito all’Italia di progredire.
Le chiedo, infine, di voler rivolgere un Suo messaggio ai lettori del "Giornale delle Partite Iva", ai lettori del quotidiano "America Oggi TV" e agli italiani che vivono negli Stati Uniti d'America.
Sono stato il presidente del Consiglio che ha varato il regime forfettario al 15% per le partite iva fino a 65mila euro di fatturato. La destra ha governato per vent’anni ed ha prodotto solo chiacchiere e promesse. Durante la pandemia mi sono prodigato per far arrivare i ristori direttamente sui conti correnti dei lavoratori autonomi. Non credo che qualcun altro in passato abbia mostrato attenzione per il popolo delle partite iva, totalmente dimenticato dai precedenti governi. E saremmo intervenuti ancora con lo scivolo dell’Easy Tax se la riforma fiscale non fosse stata bloccata dalla crisi di Governo.
Ai lettori di America Oggi TV e agli italiani che vivono negli Usa dico questo: spero di aver rappresentato al meglio la nostra amata Italia. Sappiate che da presidente del Consiglio ce l’ho messa tutta, che ho lavorato giorno e notte con dedizione e con coraggio, che ho provato a rappresentare al meglio anche voi che orgogliosamente date lustro all’Italia negli Stati Uniti. Un saluto e un abbraccio sincero a tutti voi.
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