Il Coronavirus sta cambiando inevitabilmente la nostra vita. Questo è quanto emerge dalla ricerca realizzata nelle ultime settimane dall’osservatorio Mutamenti Sociali in Atto-COVID2019 del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il quale si avvale del contributo di un gruppo di ricerca con competenze nel campo sociologico, statistico, demografico, antropologico e psicopedagogico.
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per combattere il Coronavirus ha stabilito una chiusura generale del Paese determinando un notevole cambiamento soprattutto nell’interazione sociale in varie forme. Lo studio ha fornito importanti dati circa la condizione abitativa, relazionale e lavorativa, analizzando nello specifico quali sono le attività quotidiane, quanto uso si fa di Internet, a che livello è diffusa la violenza domestica, quanta fiducia i cittadine ripongono nell’attuale sistema in questo momento di emergenza.
Sicuramente a risentire maggiormente delle condizioni restrittive sono i rapporti di coppia e la convivenza, facendo vacillare le certezze e la stabilità che si credeva di possedere. Da quanto emerge, il 5% di chi vive in coppia dichiara che il clima familiare è poco collaborativo. Il 6% degli intervistati che vive con un partner è seriamente preoccupato per la stabilità della coppia proprio a causa della convivenza forzata. Non è un caso, quindi, che in contesti consimili si sia sviluppato ulteriormente un tipo di violenza domestica non solo fisica, ma in alcuni casi anche psicologica: per il 15% è possibile che si verifichino atti di violenza psicologica commessa dagli uomini sulle donne e per il 9% dalle donne sugli uomini. Il rischio di violenza fisica degli uomini sulle donne è percepito dal 13% e quella delle donne sugli uomini dal 3%. Inoltre, in tali situazioni familiari i genitori dichiarano che i ragazzi assistono alle loro liti nel 5% dei casi.
Il distanziamento sociale e la chiusura di molte attività commerciale hanno comportato un aumento considerevole del tempo libero. Attualmente, secondo i dati del CNR, il 49,3% degli intervistati è impiegato a tempo pieno e per il 24,9% dei soggetti l’attività lavorativa è sospesa. Tra i rimanenti lavoratori, il 23,4% continua la sua attività attraverso lo smart working, mentre il 10,8% si reca sul posto di lavoro. Rimane molto tempo disposizione, così tra le principali attività che si svolgono in questi giorni la lettura di libri torna a primeggiare, seguita dalle classiche mansioni quotidiane come l’impegno in cucina o l’ascolto dei notiziari. Naturalmente, aumenta anche il tempo trascorso sul Web e l’utilizzo dei social media che hanno permesso non solo di abbattere i muri imposti dalla quarantena forzata, ma è anche diventato uno dei principali strumenti per informarsi, offrendo, secondo alcuni, notizie che spesso i telegiornali nascondono deliberatamente. Per 4 soggetti su 10 si è registrato un incremento del tempo di utilizzo di Internet pari quasi al doppio di quello che si trascorreva prima della diffusione del virus: fino a 60 minuti per il 21,5%; da 1 a 3 ore per il 42,1%; oltre 3 ore per il 33,7%.
Un altro aspetto fondamentale è relativo alle conseguenze che l’emergenza sanitaria avrà sull’economia e sul futuro del Paese. Circa 4 persone su 10 prevedono di andare incontro a gravi perdite economiche, più di una su 10 di perdere il lavoro o la propria attività, e due su 10 di andare in cassa integrazione. Il rischio di non riuscire a far fronte alle esigenze alimentari nei prossimi giorni, nonostante le misure messe in atto dal Governo, riguarda 3 persone su 10, soprattutto nel Centro Italia e da noi al Sud. In questo senso, si giustifica il sentimento di ansia e rabbia che interessa la maggior parte degli intervistati. Tale incertezza è legata anche alla scarsa fiducia nei confronti di politici, banche e Unione Europea.
Per contrastare queste considerevoli ricadute sul benessere individuale e collettivo, l’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana ha promosso gratuitamente un coordinamento tra due delle più importanti realtà sanitarie presenti a Palermo: l’Asp e il Servizio di Psicologia dell’Università degli Studi di Palermo. Grazie al supporto offerto attraverso colloqui telefonici dagli psicologi dell’ASP e attraverso un ciclo di incontri di gruppo online promosso dal Servizio di Psicologia UniPa, sarà possibile ricevere l’aiuto necessario a superare il momento di difficoltà che si sta vivendo.
Inevitabilmente la società sta cambiando. Cambia il modo di relazionarci, le abitudini quotidiane, le emozioni e le percezioni. Si spera solo che il cambiamento sia un grande insegnamento per il futuro e per una rinascita collettiva.
Per un colloquio telefonico con gli operatori dell’ASP contattare i numeri 091 7036951 oppure 091 7036952 o inviare una email a tiracconto.covid@asppalermo.org
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