Siamo al 4 di Febbraio di questo sfortunato scorcio d’epoca e siamo fortunati per essere tornati a vivere. Cosi si cerca di riprendere, come è necessario, i contatti con la realtà della quale siamo parte. Ma è una presa di contatto che, purtroppo ci sconcerta. Abbiamo avuto un governo che ha stentato a campare, ed ora che si è dimesso, tra un bailamme di propositi, più di spropositi, la situazione non pare certo tranquilla. In sostanza c’era e c’è uno stato economico – sociale di grave crisi; c’è un continuo processo di decimazione nel mondo del lavoro, c’è infine un futuro da inventare o morirci insieme, ci arrivano gli aiuti dall’Europa per potere andare avanti, e cosa succede? Si scatena tutta una corsa ad occupare il posto, o per avere più proseliti e più poteri, insomma per ottenere di più dal malloppo. Ecco tutto uno scatenarsi di contrasti di personalismi spudorati di vendette e di agguati, camuffati con continue inscenate di tavoli da confronto o compromesso. E si tratta sempre delle facce solite di un politicume che non ha che da dire sempre le stesse cose, tra le quali non ci sono mai i veri interessi della gente. Si è arrivati persino al caso che anche un buffoncello di periferia, se non è d’accordo col partito, si crea un partitino per conto suo, si racimola tre amici, promette posti e diventare l’ago della bilancia di quel che potrebbe essere un governo. È tutto questo a creare quel senso di disgusto, non verso gli uomini in sé, ma verso questa specie di apparato che giornalmente la televisione ci offre e con essa i giornali che ormai sembra non abbiano altro da dire o scrivere. E’ a questo punto che ci si chiede se questa è la democrazia, cioè non un sistema di governo libero e democratico, generato dopo un passato di regime, ma qualcosa di logoro che avrebbe bisogno di ripensamenti di alto profilo. Infatti pochi pensano che così procedendo, questa politica che, come abbiamo detto riempie i giornali, dalla gente viene considerata come “un fatto loro”, una faccenda che non ha alcun interesse con la vita pratica. E sarebbe già guaio irrimediabile; senza contare che sarebbe anche il peggior modo per affrontare la vera emergenza dello stato italiano che vive maldestramente la sua unità anche dopo un secolo. E senza contare quel che questo povero paese ha a che fare con problemi di politica estera di oscura portata. Comunque ora il Presidente Mattarella sembra abbia messo una pezza alla situazione, ma in realtà non ha inventato nulla, perché non ha fatto altro che imitare gli antichi romani, i quali nei casi di gravi emergenze affidavano il potere a figure di prestigio perché “respublica ne detrimenti capiat”. Così ha tirato fuori il personaggio di Draghi: solo che agli antichi romani le sorti della repubblica interessavano pienamente; chissà invece se oggi ai nostri onorevoli interessa la repubblica o piuttosto i loro posti. Qualche timore lo abbiamo.
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