Artista dalla vocazione precoce, Alessandro Salvato è figlio d’arte. Insieme al padre, scultore docente all’Accademia di Belle Arti, lavora a Palermo nel silenzio claustrale della propria abitazione-studio, con una originale personalità creativa, a prescindere dalle diverse tecniche di incisione e di scultura. Si esprime spesso con il linguaggio bruciante delle punte di acciaio che incidono la pietra, il legno, il rame, e altri materiali diversi. Le sue creature fantastiche riportano ad un mondo lontano e i cambiamenti del suo segno, nel corso dei tempi, le sue maturazioni, le sue riflessioni più intime, costituiscono il risultato di approfondimenti critici e di affinamenti stilistici. Parliamo di arte con lo stesso Alessandro al quale chiediamo:
Quando è iniziato il tuo percorso artistico?
Ho sempre avuto a che fare con l’arte, fin da bambino trascorrevo ore nel laboratorio di mio padre dove amavo disegnare i grandi eroi dei fumetti americani e della Walt Disney. Ho avuto sempre maggiore predilezione per la pittura e la scultura ma anche per le tecniche di restauro che mio padre praticava per mobili e oggetti d’epoca, tanto da iscrivermi all’Istituto professionale ad indirizzo grafico pubblicitario, un’esperienza che mi ha aiutato a prendere consapevolezza della mia predisposizione a tutto ciò che è la creazione manuale e meno a quella digitale. Mi affascina poter utilizzare le mani per plasmare, incidere, scolpire. Mi affascinano i particolari, il materiale utilizzato e le sensazioni che mi generano nel lavorarlo
In che modo e da che cosa trovi ispirazione per realizzare le tue opere?
Penso che sia solo dall’incontro con la realtà che possa nascere la vera arte. Eppure, nel mio percorso formativo sono stato molto ispirato da uno dei più grandi successi cinematografici di sempre, ovvero il Signore degli Anelli, Harry Potter oppure Game of Thrones e recentemente mi interessano particolarmente le linee e le decorazioni del mondo settecentesco e ottocentesco dove mi piace riprodurre decorazioni linee-forme in oggetti tridimensionali. Mi piace lavorare il legno, il rame, i tronchi, le radici e in particolare la radica di ulivo dalle quali venature prendono anima delle forme nascoste, che non a tutti si rivelano, ma che l’artista riesce a cogliere in modo sorprendente, quasi magico. Mi diletto anche nel disegno a mano libera curando molto il chiaro-scuro, sia monocromatico che policromatico, ottenendo figure tridimensionali.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere al pubblico tramite le tue opere?
Non voglio trasmettere un messaggio. Non in senso letterale almeno. Vorrei che attraverso le mie opere si ridestasse uno sguardo di stupore nei confronti di ciò che ci circonda, che la quotidianità vibrasse di una tensione irriducibile. Sarebbe straordinario poter riuscire a trasmettere le emozioni e le sensazioni che provo e che non mi abbandonano dall’inizio alla fine delle realizzazioni artistiche. Quindi trasmettere il turbinio delle mie emozioni al pubblico sarebbe una grande conquista.
Come ti poni nei confronti dell’arte del passato e ci sono artisti che hanno ispirato la tua produzione artistica?
L’arte del passato è riuscita ad andare oltre al proprio tempo, ad affermare una realtà altra rispetto a ciò che stava rappresentando. L’artista che più tra tutti mi piace per la tensione nei corpi è sicuramente Michelangelo con quel carattere di eternità che promana dagli spazi e dai corpi. Inoltre, sono molto affascinato dallo stile di Mitoraj, artista polacco, che è fortemente radicato nella tradizione classica, con una particolare attenzione ai busti maschili. Mitoraj presenta anche una svolta post-moderna, attraverso l'ostentata enfatizzazione dei danni subiti dalle sculture classiche, ottenuta mediante la realizzazione di arti e teste troncati.
Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese e in che modo ritieni che un artista possa emergere?
Sono piuttosto critico. Le produzioni attuali le vedo poco raffinate. Secondo me è difficile dare una risposta su come oggi un artista possa emergere. I meccanismi che regolano il mondo dell’arte non hanno mai avuto a che fare esclusivamente con il lato puramente artistico o poetico, ma anche con questioni legate al mercato ed alla comunicazione. In Sicilia, in particolar modo, si tiene poco conto dell’arte poiché gli artisti non sono incoraggiati economicamente dalle amministrazioni che dovrebbero invece investire proprio sugli artisti.
A cosa stai lavorando ora e quali sono i tuoi progetti futuri?
Con mio padre, stiamo progettando la realizzazione di una scultura di “San Calogero in trono” a grandezza naturale per il Comune di Torretta. Il mio lavoro è in continua evoluzione andando alla ricerca di materiali diversi con i quali realizzo bacchette magiche, tipo Harry Potter, cofanetti intagliati, e adesso mi sto cimentando anche alla realizzazione di carillon.
Non mancano oggetti in pietra, in gesso, in resina e in tanti altri materiali, come crocifissi lignei in unico pezzo, calici lignei…. ma il mio sogno è realizzare un’esposizione personale dove poter dar sfogo alla mia fantasia, per poter emozionare ma soprattutto continuare ad emozionarmi.
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