Nel 1962 fu pubblicato A Clockwork Orange, romanzo fantapolitico dello scrittore Anthony Burgess. Nel 1971 il regista Stanley Kubrick ne trasse una memorabile trasposizione cinematografica. Il film, ambientato in un futuro fine-secolo, prefigura una società dilaniata da una violenza giovanile, impensabile per quei tempi, alla quale viene contrapposto un subdolo perbenismo borghese non meno violento negli esiti "terapeutici" della piaga che si vuole sanare: la cosiddetta cura Lodovico, ovvero un immondo lavaggio del cervello per rendere innocui quei giovani alfin di permettere comode e più feroci vendette alle loro vittime.
Nel '71 sorridevamo del talento visionario di Kubrick. Oggi, nel 2023, possiamo verificare quanto un processo artistico possa anticipare -non è la prima volta- distorsioni sociali per noi inimmaginabili. Le nostre città sono teatro di immotivate violenze a danno di cittadini indifesi; il nostro mare un immenso cimitero per la povera gente che non ha nulla da perdere; si calpestano ipocritamente i diritti dei nascituri ad avere un padre e una madre naturali; il corpo femminile viene "affittato"; si forniscono armamenti all'Ucraina mentre si pensa al corposo business per la sua ricostruzione, intanto i russi di converso la distruggono; si inneggia ipocritamente alla "fine delle ideologie" per mascherare l'assenza dell'etica in politica che dà vita ad una incessante inversione di ruoli che sconcerta l'elettorato che pertanto si astiene dal voto.
E mentre Putin ci rivela che Lenin fu nel 1917 il pugnalatore dello zarismo (quindi lui sarebbe l'interprete di un nuovo zarismo, per così dire, illuminato...) il governo Meloni trova il modo di catturare giornalmente la nostra attenzione con facezie varie: si va dalla "riforma" del reato di tortura da parte delle forze dell'ordine alla "sostituzione etnica" paventata dal ministro Lollobrigida; dal consiglio della nostra premier ai superstiti della strage di Cutro a non andare per mare quando c'è cattivo tempo alla limitazione delle intercettazioni ai mafiosi del ministro Nordio; dall'esenzione per i piccoli commercianti dal pagare le tasse ("pizzo di Stato") all'assessore Minenna che distribuiva in concessione ai politici più simpatici macchine di lusso sequestrate (Porsche, Lexus...). Poi ci sarebbe pure la Santanché...
Ma basta. Fermate il mondo...voglio scendere!
Fonte Immagine: Freepik
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