"Seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo dignità agli oppressi". Questa la motivazione con cui Dario Fo fu insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1997.
Rai 5 ne omaggia la memoria riproponendo le otto preziose puntate di Trasmissione forzata (1988, Raiplay). Puntate storiche, a dire il vero, in quanto definitivamente riparatorie riguardo al venticinquennale ostracismo dell'emittente pubblica nei confronti di questo impareggiabile artista che considerava il teatro "mezzo di crescita e di controinformazione", pertanto scomodo al potere ed ai suoi mezzi di informazione (tv, giornali et similia).
Tutto era iniziato burrascosamente quando la Rai, monopolista tv nel 1962, aveva censurato dei testi scritti da Fo per quella edizione di Canzonissima. L'attore e la moglie (Franca Rame) abbandonarono la popolare trasmissione che non poté più andare in onda in quanto tutti i possibili sostituti rifiutarono in segno di solidarietà di prendere il posto dei colleghi. Solo grazie ad uno dei pochi suoi mitici direttori, Angelo Guglielmi, la Rai nel 1977 (venticinque anni dopo!) poté presentare al pubblico televisivo italiano sulla seconda rete Il teatro di Dario Fo. Anche stavolta non mancarono le polemiche, soprattutto da parte vaticana, per quelle che erano considerate interpretazioni blasfeme dei vangeli. E ancòra altri undici anni dovettero passare per arrivare a Trasmissione forzata.
Assenti per oltre un quarto di secolo dai circuiti ufficiali, Fo e Rame si autogestirono con grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo. In Italia dopo il '68 si esibivano nelle fabbriche occupate dagli operai e nella Case del Popolo non lesinando critiche anche al Pci per via del "compromesso storico" con la Dc. Il partito comunista, per ripicca, arrivò a negar loro spazi per gli spettacoli. Fu merito del sindaco di Milano, Carlo Tognoli, se nel 1974 la compagnìa riuscì ad avere una sede stabile, la Palazzina Liberty.
La riproposta di Trasmissione forzata ai tempi della Meloni e di Enrico Letta testimonia di un dibattito poetico/politico di Fo & Company che anticipava temi ancora drammaticamente attuali a distanza di decenni, e che nel 1988 erano una bandiera della sinistra - la difesa del corpo della donna contro la sua mercificazione, per esempio - e oggi sono appannaggio della destra estrema.
Dario Fo con la sue 'forzature' datate 1988 su temi di sconcertante attualità, ci offre una coloratissima opportunità di confronto tra un 'prima' e un 'dopo' della quasi sinistra italiana da far tremare i polsi.
Fonte Immagine: Wikipedia
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