L’occhio vuole la sua parte e la sua parte è tanta, specialmente nel mondo di oggi in cui le carote non perfettamente cilindriche vengono gettate nel cestino.
Lo sa bene Luigi Di Maio, nuovo capo politico pensastellato che sempre più assume le sembianze dei classici leader di partito. La trasformazione è stata lunga lenta ed è ancora in fase di evoluzione.
Ad ogni modo gli va riconosciuto il merito di essere stato il primo deputato del Movimento ad avere imparato a fare il nodo alla cravatta, e forse proprio grazie a questa sua lungimiranza e astuzia è riuscito dapprima a sedere sulla poltrona della vicepresidenza della Camera, e dopo a prendersi il partito.
Il cerchio magico ad esempio, elemento imprescindibile di tutti i leader moderni.
Come sempre Silvio ne fu apripista, quando decise di circondarsi oltre che dai suo fidati amici come Dell’Utri, o Brunetta, anche di belle e giovani donne come Mara Carfagna, o Stefania Prestigiacomo o altre ancora come la Minetti (no ragazzi la Santanchè non la metto).
Renzi, da ragazzino più bravo della classe, ha studiato, e dopo anni di tentativi ed esperimenti in laboratorio ha creato Maria Elena Boschi, insidiando così il primato del Cavaliere, il tempo passa anche per la Carfagna (1975) e l’occhio ricordate, vuole la sua parte, e Maria Elena (1981) oltre ad essere bella è pure intelligente! Sarà ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti col Parlamento, è un avvocato, fidatevi.
Giusto per la cronaca ricordo che la contromossa del centrodestra fu fare tagliare i capelli corti alla Carfagna, peraltro anche lei avvocato, per farla sembrare più sveglia, ma non funzionò.
In ogni caso, è proprio qua che si sprigiona tutto il genio di Gigino Di Maio, perché anche lui studia (no, non all’Università) , anche lui è bravo, e da quando Grillo ha smesso di dargli la paghetta e ha conosciuto quei monellacci dei suoi nuovi amici come De Falco o il prof. Fioramonti from Sudafrica, ha mollato per un po’ le scie chimiche ed ha iniziato a pensare da leader, da statista, e quindi, visto che siamo italiani, alla bellezza, anzi alla "Grande Bellezza".
Ed ecco che dal cilindro spunta Alessia D’Alessandro, che non solo è del 1989 ed ex modella, ma parla pure non so quante lingue ed udite udite una consigliera economica del partito di Angela Merkel. Beh, più bella, più giovane e più preparata ed intelligente delle altre! Di lei si sa davvero poco, è appena rientrata in Italia, dice, per battersi a favore dei giovani costretti ad abbandonare le loro città ed emigrare per poter trovare un lavoro. Se è così che ben venga.
Fossi in Maria Elena, invece, alle prese tra l’altro con le lezioni di tedesco (le consigliamo anche quelle di siciliano) chiamerei immediatamente Claudio Baglioni per chiedere chi sia il suo chirurgo e poi correrei a farmi iniettare un po’ di botulino. Perché Sanremo è Sanremo! Il tempo passa e l’occhio vuole sempre la sua parte.
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